Migranti: da Tallin nessuna risposta alle richieste dell’Italia
Ascolta l'audio
...caricamento in corso...
Dopo il pressing italiano sull’emergenza migranti, il presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker annuncia che la settimana prossima vedrà i premier di Italia e Grecia per valutare ulteriori sforzi Ue, ma alla riunione dei ministri dell’Interno europei del 6 luglio a Tallinn non è prevista una risposta alle richieste italiane.
A gelare le speranze italiane il ministro estone Andres Anvelt, che il 6 e 7 luglio guiderà la riunione informale: “All’Italia non daremo nessuna risposta, ma ascolteremo quali sono stati i cambiamenti” che quest’ultima settimana hanno indotto Roma a minacciare la chiusura dei suoi porti alle navi delle ong straniere, per vedere “come affrontare la questione della protezione delle frontiere, dei porti e le relazioni con la Libia”. L’Estonia intende condurre la discussione dando prioritario impulso a “un primo segnale sulla protezione delle frontiere, la riduzione al massimo dell’immigrazione illegale e i rimpatri – spiega ancora il ministro Anvelt – poi sarà più facile procedere sul resto”, come i ricollocamenti e la riforma del sistema d’asilo europeo. “Il file più complicato è quello della solidarietà – ammette – ma ci dobbiamo muovere con capacità di comprensione per gli altri”, aggiungendo che “forse non sono state sfruttate al massimo tutte le possibilità che l’Ue ha” in termini economici e diplomatici, dalla cooperazione con i Paesi terzi come la Libia all’ulteriore rafforzamento delle competenze di Frontex”. Focus dunque più sugli sforzi per limitare le partenze che sulla redistribuzione, in barba alla difficile situazione che stanno vivendo Italia e Grecia.
“Siamo di fronte a numeri crescenti che alla lunga potrebbero mettere a dura prova il nostro sistema di accoglienza”, ha sottolineato più volte il premier Paolo Gentiloni “abbiamo internazionalizzato le operazioni di salvataggio ma l’accoglienza resta di un Paese solo. Questo ci mette sotto pressione e chiediamo il contributo concreto degli europei”.
Quella dell’immigrazione “non è una questione da dibattito politico quotidiano, la si può affrontare solo con un disegno complessivo, ma un dato è certo: su questa partita si gioca un pezzo fondamentale della democrazia, l’Europa lo gioca. Nei prossimi 20 anni l’Europa si gioca il suo destino in Africa. Che sarà sempre di più lo specchio dell’Europa, non dell’Italia”, ha invece detto il ministro dell’Interno, Marco Minniti, in un incontro a Milano dedicato al tema “Governare l’immigrazione”.
Sulla questione è ritornato anche Juncker: “Vedrò con il primo ministro italiano e con il primo ministro greco la prossima settimana quali ulteriori sforzi la Commissione possa attuare per aiutare l’Italia e la Grecia nelle loro difficili sfide”.