Migranti. “Piena intesa” nel vertice di Parigi tra Italia, Francia e Germania
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A Parigi, trovata “piena intesa“, tra Italia, Francia e Germania sulla questione migranti. L’incontro voluto dal ministro dell’Interno Marco Minniti con i colleghi tedesco e francese, Thomas de Maziére e Gerard Colomb, con il commissario europeo per gli Affari interni Dimitri Avramopoulos, che anticipa il summit di giovedì di Tallin ha portato ad un documento su più punti che si sta mettendo a punto e che l’Italia presenterà in Estonia all’incontro dei ministri degli Interni di tutti e 28 i paesi Ue.
I punti focali del documento sono la regolamentazione delle azioni e dei finanziamenti delle Ong e più fondi per consentire alla Libia il controllo delle coste, implementando una sorta di esternalizzazione delle frontiere europee nel Paese africano. E poi un rilancio del piano di ricollocamento, riscrivendone i termini per permettere di sbarcare i migranti in altri Paesi.
Sul primo capitolo si esprime inoltre la necessità di dare un ruolo più forte di coordinamento alla Guardia costiera.
Si è toccato anche un punto delicato quale il ruolo delle Ong. Infatti nell’intesa si sottolinea la necessità di limitare la libertà di movimento delle navi delle Ong, vietandogli l’ingresso in acque libiche. Inoltre le navi delle Organizzazioni non governative non potranno spegnere il trasponder di bordo per la localizzazione e fare segnali luminosi; e la ‘regia’ delle operazioni dovrebbe essere riportata in maniera più definita sotto l’ombrello della Guardia Costiera. Il protocollo sulle Ong potrebbe spingersi fino a bloccare l’accesso in porto a chi non è in regola.
Ricollocamenti. L’altro capitolo chiave è quello della distribuzione dei migranti. L’Italia chiede all’Europa impegni certi e alcune modifiche. Con le regole oggi in vigore accedono alla relocation solo i richiedenti asilo di nazionalità con un tasso medio di riconoscimento pari o superiore al 75%. Una soglia troppo alta che si chiede di rivedere.
L’intesa trovata tra i tre paesi non sarà facile da portare avanti visti i paesi europei refrattari, finora, a una collaborazione fattiva, che chiedono – Francia compresa – di distinguere bene tra migranti economici e rifugiati, visto che solo questi ultimi hanno realmente diritto a una protezione.