Milioni in piazza a Teheran per l’ultimo saluto al generale Soleimani. Trump: pronti a colpire
Milioni di persone a Teheran hanno voluto salutare per l’ultima volta il generale Qassem Soleimani, ucciso in un raid statunitense voluto dal presidente Trumpo, e la cui morte ha innescato una spirale di minacce tra Iran e Stati Uniti che non sembra avere fine.
A guidare le preghiere per il generale iraniano è stato Ali Khamenei, guida Suprema dell’Iran.
Presenti anche anche il leader di Hamas Ismail Haniyeh, il suo vice Salah al-Aruri e il leader della Jihad islamica Ziad Nakhale.
Anche durante le esequie e la celebrazione, l’Iran ha fatto la voce grossa per bocca del braccio destro di Ali Khamenei, Ali Akbar Velyati: “Non lasciando la regione, gli Stati Uniti sperimenteranno un altro Vietnam”.
“Ora devono lasciare la regione”, ha intimato. Parole a cui Trump risponde con il pugno duro. Il presidente Usa ribadisce che se l’Iran attaccherà gli Stati Uniti ci sarà una “grave rappresaglia” e mette in guardia: “Se le nostre truppe saranno costrette a lasciare l’Iraq, le sanzioni saranno enormi”. Trump si è anche detto pronto a colpire siti culturali iraniani, nonostante sia considerato un crimine di guerra.
E la crisi tra Stati Uniti ed Iran è al centro della riunione straordinaria del Consiglio Nord Atlantico convocata per il pomeriggio dal segretario generale dell’Alleanza Jens Stoltenberg. Il Consiglio della Nato è il più alto organo decisionale dell’Alleanza. Sabato la Nato aveva deciso di sospendere le sue missioni di addestramento in Iraq.