Morte di Papa Francesco: in vista del Conclave tanti i “papabili”

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Con la scomparsa di Papa Francesco il Vaticano è alla ricerca di una nuova guida. Dunque nei prossimi giorni i cardinali saranno chiamati a scegliere il nuovo Papa, il 267esimo vescovo di Roma.

Da tutto il mondo porporati di nuova e vecchia nomina stanno affluendo a Roma per partecipare alle congregazioni generali, ma anche al prossimo conclave che si terrà, dopo i giorni di lutto, nel mese di maggio.

Nelle ultime ore inevitabilmente si moltiplicano le voci e le ipotesi su chi potrebbe raccogliere la difficilissima eredità lasciata da Francesco, il ‘Papa della gente’. La sua elezione il 13 marzo 2013 fu una vera sorpresa. Il suo nome non era mai circolato tra i ‘papabili’.

Inevitabilmente però si formulano delle ipotesi e il nome più ricorrente sembra essere quello del cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato di Papa Francesco, 70 anni della provincia di Vicenza, diplomatico ed esperto di questioni mediorientali ed asiatiche. A lui si deve la firma del protocollo con la Cina per la nomina dei vescovi. E’ inoltre stato impegnato proprio in quei luoghi “ai confini del mondo” a cui papa Francesco era molto legato. Aree dove la Chiesa ha una forte presenza o possibilità di crescita. Potrebbe dunque assumere in caso di elezione, una posizione di mediazione tra riformatori e tradizionalisti.

Un altro nome che si sente in queste ore è quello di ‘don Matteo’ Zuppi, romano 69 anni, presidente della Cei e Arcivescovo di Bologna e da sempre legato a Sant’Egidio. La sua sarebbe una scelta di continuità con la visione di Papa Francesco con un attenzione speciale ai poveri e ai migranti. Bergoglio gli aveva affidato il non facile compito di trovare vie di pace in Ucraina, lavorando anche al ritorno dei bambini ucraini dalla Russia e allo scambio dei prigionieri e delle salme delle vittime.

Tra gli italiani spuntano anche il gran maestro dell’ordine del santo sepolcro, Fernando Filoni, diplomatico pugliese di 79 anni e il francescano Pierbattista Pizzaballa, 60 anni bergamasco, patriarca di Gerusalemme. In questo momento di guerra sarebbe la voce più autorevole e forte per chiedere la pace soprattutto in medio oriente.

Tra i conservatori invece il nome più rilevante sembra quello dell’Arcivescovo di Budapest, Peter Erdo, esperto di diritto canonico. ‘Ratzingheriano’ di ferro è uno dei 5 cardinali creati da Giovanni Paolo II che entreranno in questo conclave.

Se si guarda all’Asia il nome più quotato è invece quello del filippino Luis Antonio Tagle, 67 anni, un incarico in Vaticano dopo l’esperienza pastorale nella sua terra, come arcivescovo di Manila. Ordinato cardinale da Benedetto XVI scoppiò in lacrime quando Papa Ratzinger gli impose la berretta. Da uomo proveniente da una delle periferie del mondo, si è subito trovato in sintonia con Papa Francesco e con le sue scelte di privilegiare gli ultimi.

Non è escluso però che alla fine i cardinali scelgano un outsider: ce ne sono diversi, come l’agostiniano Robert Rrevost, 69 anni americano di Chicago, missionario in Sud America con un curriculum di tutto rispetto. Oppure il carmelitano scalzo Anders Arborelius, 75 anni, ex luterano convertitosi al cattolicesimo in giovane età, attualmente vescovo di Stoccolma e primo Cardinale della Scandinavia. Ha lavorato tanto nel dialogo con le altre confessioni cristiane. O ancora l’Arcivescovo di Marsiglia, Jean Marc Aveline, 66 anni, teologo francese, nato in Algeria. Insieme a loro l’arcivescovo di Barcellona, Juan Jose Omella, 79 anni, anche lui un passato da missionario, in Africa, e da sempre al servizio degli ultimi.

Se si vorrà guardare all’Africa invece i nomi sono quelli dell’arcivescovo di Kinshasa, Fridolin Ambongo Besungu, frate cappuccino, 65 anni, considerato anche lui vicino alle posizioni dei conservatori. Fu uno dei cardinali che si oppose alle benedizioni per le coppie omosessuali, provvedimento voluto da Papa Francesco come segno di vicinanza. Ma si parla anche di Peter Kodwo Appiah Turkson, arcivescovo cattolico ghanese e del guineano Robert Sarah.