Perquisizioni in casa Trump in Florida: l’Fbi alla ricerca di documenti scottanti
Perquisizioni nella residenza di Donald Trump a Mar-a-Lago in Florida alla ricerca di documenti top secret. Ad autorizzare le operazioni è stato il ministro della Giustizia Usa, Merrick Garland che respinge tutte le accuse dell’ex presidente americano: “faccio presente che il dipartimento della Giustizia non prende decisioni simili a cuor leggero: ove possibile, cerchiamo sempre di trovare metodi alternativi e meno intrusivi rispetto alla perquisizione. La perquisizione è stata autorizzata da un giudice e il mandato è stato consegnato all’avvocato di Donald Trump che era presente” sul luogo.
Cosa contengono questi documenti. Secondo il Washington Post, l’Fbi era alla ricerca di documenti top secret legati alle armi nucleari e la perquisizione non usuale ha messo in evidenza le preoccupazioni del governo Usa sul tipo di informazioni in possesso dell’ex presidente e il pericolo che possano finire nelle mani sbagliate.
I documenti sulle armi nucleari sono estremamente sensibili e proprio per questo la loro diffusione è limitata a un numero ristretto di persone. Svelare i dettagli delle armi americane potrebbe concedere vantaggi agli avversari. Secondo fonti informate intercettate dal Nyt , l’ex presidente aveva ricevuto una convocazione già la scorsa primavera proprio per ‘restituire’ questi documenti che, secondo l’Fbi, Trump non aveva incluso nel momento in cui aveva consegnato agli Archivi nazionali i 15 scatoloni di carte portate via dalla Casa Bianca. Ora Donald Trump ha tempo fino a venerdì alle ore 15 locali (le 21 in Italia), per presentare eventuali obiezioni alla richiesta del dipartimento di Giustizia di dissigillare e quindi rendere pubblico il mandato di perquisizione dell’Fbi eseguito a Mar-a-Lago.
La replica di Trump: “Non solo non mi opporrò alla divulgazione dei documenti, ma sto facendo un passo avanti incoraggiandone la pubblicazione immediata”, ha scritto Trump sulla sua piattaforma Truth Social, paragonando il caso all’indagine sul Russiagate e bollando il tutto come una ‘fake news’. Nello stesso messaggio, l’ex inquilino della Casa Bianca, ha definito il blitz dell’Fbi come “non americano, ingiustificato e non necessario”.