Russiagate. Direttore Nsa: “Trump non ha chiesto intervento contro interferenze”
Emergono nuovi tasselli legati al Russiagate, ovvero le interferenze di Mosca nelle presidenziali Usa e sulle possibili collusioni tra la campagna elettorale di Donald Trump e il Cremlino. Il direttore della National Security Agency, Mike Rogers, ha affermato in audizione al Senato: probabilmente “non stiamo facendo abbastanza” per contrastare i tentativi di Mosca di interferire nelle elezioni americane di metà mandato di questo autunno, sottolineando di non aver avuto indicazioni in merito dal presidente Donald Trump o dal capo del Pentagono James Mattis.
Non si è fatta attendere la replica della Casa Bianca. “Noi stiamo esaminando modi differenti” per contrastare le interferenze russe. Così la portavoce della Casa Bianca, Sarah Sanders. “Questo presidente, come vi ho detto la scorsa settimana, è molto più duro con la Russia dei suoi predecessori. Non dimenticate che è successo con Obama. Non è successo sotto il presidente Trump”, ha detto la Sanders facendo riferimento all’attacco hacker russo durante le elezioni presidenziali del 2016.
Sempre per quanto riguarda il Russiagate, Robert Mueller, il procuratore speciale che si occupa dell’indagine, ha puntato i fari sugli affari del tycoon in Russia prima della sua discesa in campo per la Casa Bianca nel 2016. A rivelarlo la Cnn che ha citato come fonti testimoni ascoltati da Mueller in materia. Sarebbero state chiesti loro, tra l’altro, chiarimenti sulla tempistica relativa alla decisione di Trump di correre per la Casa Bianca.
Intanto la direttrice della comunicazione alla Casa Bianca, Hope Hicks, si è rifiutata di rispondere ad alcune delle domande nell’audizione davanti alla commissione Intelligence della Camera riguardo al cosiddetto Russiagate. Lo hanno riferito membri del Congresso sia repubblicani sia democratici.
Nuove tegole per la famiglia Trump. Secondo il Whasington Post Jared Kushner, Il genero-consigliere del presidente, marito della figlia Ivanka, ha avuto delle limitazioni in merito a file top secret. Il suo nullaosta di sicurezza infatti è stato declassato in quanto, secondo il giornale, i rappresentanti di almeno quattro Paesi – tra cui Emirati Arabi Uniti, Cina, Israele e Messico – hanno discusso privatamente modi possibili per “manipolare” Kushner, allo scopo di trarre vantaggio delle complesse dinamiche relative ai suoi business, delle difficoltà finanziarie e della scarsa esperienza in politica estera. Così il Wp citando esponenti Usa a conoscenza di materiale di intelligence sulla questione.