Siria, Macron insiste: “usate armi chimiche”. Gentiloni: ”non ci lasceremo coinvolgere”
Situazione in Siria sempre più incandescente con gli Stati Uniti che prendono tempo sull’ipotesi di una risposta militare nel Pese, con la portavoce del presidente Sarah Sanders che, al termine della riunione del Consiglio nazionale per la sicurezza, dice: “Nessuna decisione definitiva è stata ancora presa”.
Intanto in attesa di un Consiglio di sicurezza dell’Onu, che tornerà a riunirsi oggi su richiesta della Russia, il premier francese Macron afferma: “Abbiamo la prova che la settimana scorsa sono state utilizzate armi chimiche in Siria da parte del regime”. Prove che l’ex generale James Mattis, segretario alla Difesa Usa nega di avere.
Berlino, Roma e Tokyo si sfilano da ogni ipotesi di azione militare, a differenza dunque di Parigi e Londra, pronte a decidere i raid insieme a Washington.
Tokyo, stando a quanto emerso, non ritiene ci siano prove schiaccianti sulla responsabilità di Damasco per l’uso di armi chimiche a Duma. Inoltre il Giappone vuole evitare di danneggiare le relazioni diplomatiche con la Russia, per proseguire il dialogo sulle dispute territoriali per le isole Curili.
Mentre il premier italiano Gentiloni, a colloquio ieri con i ministri degli Esteri e della Difesa e con i consiglieri diplomatico-militari, ha sì, condannato la violenza di Assad, ma ha anche ribadito che l’Italia non si farà coinvolgere negli scontri.
In base agli accordi internazionali e bilaterali, l’Italia continuerà a fornire supporto logistico alle attività delle forze alleate, contribuendo a garantirne la sicurezza e la protezione. Ma non avrà un ruolo attivo. “Una soluzione stabile e duratura per la Siria potrà venire lavorando per la pace e dando spazio alle Nazioni Unite, a Staffan de Mistura e ai tavoli negoziali perché non si perda la speranza”, ha dichiarato il premier dopo il colloquio con i ministri degli Esteri e della Difesa.
La linea di Gentiloni è condivisa anche dal centrodestra, ricevuto dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella per le consultazioni sulla formazione del nuovo governo. “Nessuna azione militare può essere intrapresa, neppure la concessione dell’utilizzo di basi aeree, senza una risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che autorizzi l’uso della forza, fermo restando la nostra assoluta condanna dell’uso delle armi chimiche e la violenza indiscriminata nei confronti delle popolazioni civili”, ha scritto Forza Italia in una nota.
Anche il leader M5s Luigi Di Maio appoggia la linea dell’esecutivo: “Condividiamo e sosteniamo la posizione assunta dal governo italiano di fedeltà chiara all’alleanza euro-atlantica e di non partecipazione ad azioni militari in Siria, riconfermando che per una soluzione stabile si dovrà lavorare con ulteriore determinazione ai tavoli negoziali delle Nazioni Unite. È chiaro che la fine della crisi non passerà da un conflitto”.