Siria: proseguono i bombardamenti. Atteso il voto dell’Onu per una tregua
Potrebbe arrivare nelle prossime ore il voto del Consiglio di Sicurezza Onu dopo che ieri è iniziata la discussione sulla bozza di risoluzione proposta da Svezia e Kuwait che chiedeva con urgenza una tregua di un mese in Siria. La Russia, alleata del leader siriano Bashar al-Assad, ha chiesto modifiche al testo.
La bozza di risoluzione chiede tra l’altro alle parti, di evitare di allestire postazioni militari nelle zone abitate dai civili, così come in scuole e ospedali. Secondo la Syrian-American Medical Society, da domenica scorsa sono state bombardate almeno 23 strutture sanitarie. Il testo esclude dal cessate il fuoco l’Is, al-Qaeda e Jabhat al-Nusra. Il capo della diplomazia russa Sergei Lavrov ha chiarito che va escluso anche il gruppo Hayat Tahrir al-Sham, alleato di al-Qaeda e presente nella Ghouta orientale. Secondo Lavrov vanno esclusi anche i gruppi ribelli di questo martoriato sobborgo di Damasco che “cooperano” con Hayat Tahrir al-Sham e attaccano le aree limitrofe in mano ai lealisti.
E mentre cresce l’indignazione per il massacro nella Ghouta orientale, sobborgo in mano ai ribelli alle porte di Damasco, la Turchia ha colpito una fila di oltre 30 convogli curdi appartenenti alle Unità di protezione del popolo curdo (YPG) nei pressi della città siriana di Afrin. I militari di Ankara sostengono che il convoglio dei miliziani curdi trasportava armi e rinforzi.
Secondo il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, le forze armate di Ankara, coadiuvate dai loro alleati ribelli siriani, stanno ormai avanzando sul capoluogo regionale Afrin che “nei prossimi giorni” sarà completamente circondato. L’Osservatorio siriano per i diritti umani riferisce invece che l’esercito turco ha finora conquistato una cinquantina di villaggi, che si trovano però principalmente nelle aree di confine settentrionali della regione di Afrin.
Washington a questo punto, non esclude il ricorso alla forza militare contro le forze governative siriane. Lo ha detto la rappresentante permanente USA alle Nazioni Unite Nikki Haley, parlando all’Istituto politico dell’università di Chicago.
Intanto la situazione sulla Ghuta resta infuocata e proseguono anche stamani intensi bombardamenti aerei governativi siriani. Secondo l’Osservatorio nazionale per i diritti umani , in sei giorni di offensiva aerea e di artiglieria sarebbero 417 i civili uccisi, di cui 96 minori e 61 donne, mentre i feriti sarebbero circa 2116. Molti di questi ultimi, verserebbero in condizioni molto gravi e rischiano di morire a causa dell’impossibilità di essere curati e assistiti. I raid odierni si concentrano sulle zone di Arbin, Kfar Batna e Hammuriya.