Summit di pace in Svizzera: sì all’integrità dell’Ucraina. 12 Paesi non firmano

Ascolta l'audio
...caricamento in corso...

Al summit per la pace in Svizzera il comunicato finale ribadisce “l’integrità territoriale dell’Ucraina”, chiedendo tra l’altro, “la restituzione dei bimbi ucraini deportati”. Ma le conclusioni non mettono tutti d’accordo.

I Paesi che non compaiono sulla lista sono: Armenia, Brasile (osservatore), Colombia, Vaticano (osservatore), India, Indonesia, Libia, Messico, Arabia Saudita, Sud Africa, Thailandia ed Emirati Arabi Uniti. Nella lista dei firmatari compaiono invece la Commissione Europea, il Parlamento Europeo e il Consiglio d’Europa ma non altre organizzazioni internazionali.

Le parole di Zelensky. “Alcuni Paesi hanno deciso di non firmare, dobbiamo rispettare le opinioni di tutti: arriveranno”, ha detto il presidente ucraino alla fine del vertice di pace. “In 84 hanno firmato subito, per me è un grande successo”, ha detto. “Certi Paesi hanno la loro visione sulla guerra e c’è anche l’eredità storica dell’Urss nelle relazioni con alcuni Paesi e questo va tenuto conto”.

Per Zelensky, “la Russia e il suo leader non sono pronti alla pace”. “Putin ha però compiuto un grande errore, utile per noi: perché le sue parole, il suo cosiddetto piano di pace, hanno mostrato che non è interessato alla pace e questo lo hanno riconosciuto qui anche Paesi che hanno visioni diverse”. “Putin – ha aggiunto Zelensky – combatte per se stesso, comprende che è isolato anche se non totalmente. Il nostro compito è fare di tutto perché la società comprenda il suo isolamento, così avremmo una speranza di finire la guerra diplomaticamente. Ma Putin crede che può ancora dividere l’Europa e altri alleati”.

Appello alla Cina per una mediazione con Mosca. “La Cina ha influenza politica sulla Russia, può aiutarci”. Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky alla fine del vertice di pace in Svizzera. “Rispettiamo la Cina e la sua integrità territoriale, chiediamo che Pechino rispetti la nostra. Non abbiamo mai detto che la Cina è nostra nemica, abbiamo un solo nemico: Putin” e “vorrei che la Cina fosse nostra amica”, ha aggiunto.

A summit in corso sono arrivate diverse dichiarazioni del Cremlino. Il presidente russo Vladimir Putin non rifiuta i negoziati con l’Ucraina, “ma il loro esito deve essere approvato dal legittimo governo ucraino. Volodymyr Zelensky non appartiene a questa categoria”, ha detto il portavoce Dmitri Peskov. In precedenza era arrivata una proposta che l’Ucraina ha subito definito ‘irricevibile’: “Mosca è pronta a cessare le ostilità e negoziare per firmare la pace se Kiev ritirerà le sue truppe dalle quattro regioni parzialmente occupate dalle truppe russe e rinuncerà ad entrare nella Nato”.

Ursula von der Leyen: “Nessun Paese accetterebbe mai i termini vergognosi di Putin”. La presidente della Commissione Europea al termine del summit ha chiesto alla Russia “di ascoltare la voce della comunità internazionale”. ” Il percorso per la pace reale richiede determinazione, alla fine toccherà all’Ucraina decidere i termini di una pace giusta”, ha aggiunto la von der Leyen.

Giorgia Meloni: “L’Italia ha fatto la sua parte” per aiutare l’Ucraina “e non intende smettere”. La premier tuttavia ribadisce: ” dobbiamo unire tutti i nostri sforzi per aiutare Kiev a guardare verso il futuro”. Rivolgendosi al presidente ucraino Volodymyr Zelensky, la Meloni ha poi aggiunto: “puoi continuare a contare su di noi, per tutto il tempo necessario”. Quindi la presidente del Consiglio sottolinea che “pace non significa resa, come il presidente Vladimir Putin sembra suggerire con le sue ultime dichiarazioni, non vuol dire confondere la pace con l’essere soggiogati. Ciò costituirebbe un precedente, pericoloso per tutti”.