Trump ufficializza Gerusalemme come capitale di Israele, Hamas: “ha spalancato le porte dell’inferno”
L’annuncio tanto temuto è arrivato. Il presidente americano Donald Trump ha comunicato ieri sera che l’ambasciata degli Stati Uniti verrà spostata da Tel Aviv a Gerusalemme, riconoscendo quest’ultima come la capitale ufficiale di Israele.
Con il Medio Oriente, gli Stati Uniti sono pronti a sostenere “una soluzione a due Stati, se accettata da entrambe le parti”, ha detto Trump che ha aggiunto: “Voglio essere chiaro questa decisione non riflette in nessun caso una presa di distanza dal nostro forte impegno a facilitare un duraturo accordo di pace tra israeliani e palestinesi”.
“Dobbiamo adottare un approccio diverso dal passato” ha continuato l’inquilino della Casa Bianca “una promessa mai mantenuta dai miei predecessori e ritengo che questa sia la scelta giusta nell’avanzamento del processo di pace tra israeliani e palestinesi. 70 anni fa gli Usa con Truman riconobbero lo Stato di Israele e con esso la sua capitale ovvero Gerusalemme che ora diventa il cuore di una delle democrazie più importanti al mondo. E’ qualcosa che doveva essere fatto”, ha ribadito il presidente, chiedendo al dipartimento di stato di iniziare i preparativi per lo spostamento dell’ambasciata americana dal Tel Aviv a Gerusalemme.
Dunque il dado è tratto, ma questa decisione sta preoccupando tutti i capi di Stato dalla Cina a Londra. Per molti il timore è che il già precario equilibrio in Medio Oriente possa incrinarsi definitivamente. “Gerusalemme è una città unica, sacra per gli ebrei, i cristiani e i musulmani ed ha una vocazione speciale alla pace. Rispettate lo status quo”. Era stata l’accorata esortazione di Papa Francesco.
Immediata la reazione di Hamas che ha commentato: “Trump ha aperto le porte dell’inferno”, mentre la Olp ha sottolineato che il tycoon “ha distrutto la soluzione dei due stati”.
Completamente opposta la replica del premier israeliano Netanyahu siamo di fronte ad una “pietra miliare, una decisione storica. Un atto giusto e coraggioso. Un passo importante per la pace. Non ci sarà cambiamento nello status dei luoghi santi. Libertà di culto a ebrei, cristiani e musulmani” E nell’attesa che Trump annunciasse il suo riconoscimento di Gerusalemme come capitale di Israele, la bandiera a stelle e strisce degli Stati Uniti e quella con la stella di David (Israele) venivano illuminate sulle mura di Gerusalemme, mentre a Gaza le stesse bandiere sono state bruciate.
Otto Paesi membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (Bolivia, Egitto, Francia, Italia, Senegal, Svezia, Gran Bretagna e Uruguay) hanno chiesto una riunione di emergenza sulla decisione del presidente americano. Lo fanno sapere fonti diplomatiche dell’Onu. La riunione del Consiglio di Sicurezza si dovrebbe tenere entro la fine della settimana.