Turchia, confermato l’arresto di Imamoglu. Proteste e disordini

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Il tribunale di Istanbul ha confermato l’arresto di Ekrem Imamoglu, ritenuto il principale rivale del presidente Recep Tayyip Erdogan per le Presidenziali 2028. Il sindaco di Istanbul è stato trasferito nel carcere di massima sicurezza di Marmara. Il primo cittadino, che dunque attenderà in carcere l’esito del processo per corruzione, spiega che non si lascerà intimidire: “Non mi piegherò, cancelleremo questa macchia nera sulla nostra democrazia”, ha scritto su X in un messaggio trasmesso tramite i suoi legali.

Sempre su X, Imamoglu invita “a una lotta responsabile per i diritti”. “Alzate la voce riunendovi nelle piazze della democrazia a Sarachane”, dove si trova il comune di Istanbul, “e in altre province”.

Non si ferma intanto l’ondata di manifestazioni nel Paese. La scorsa notte sono state arrestate oltre 340 persone in seguito alle proteste, come reso noto dal ministro turco della Difesa Ali Yerlikaya. La detenzione di Imamoglu viene considerata dalle opposizioni come una mossa politica per eliminare un importante concorrente alle prossime elezioni presidenziali.

Il governo di Ankara avverte: “Non sarà ammessa alcuna iniziativa che danneggi l’ordine pubblico!”. “Lo sottolineo ancora una volta, – ha scritto su X il ministro della Difesa Yerlikaya- non permetteremo mai vandalismi o minacce alla pace e alla sicurezza della nostra nazione”. Durante le manifestazioni a Saraçhane, “è stato lanciato dell’acido contro uno dei nostri agenti di polizia”, ha aggiunto Yerlikaya. Anche il presidente Erdogan ha condannato i disordini accusando il Partito popolare repubblicano (Chp) di Imamoglu di cercare di “disturbare la pace e dividere il nostro popolo”.

L’appello della moglie e del Chp. “Non disperate! Continuate a combattere!”, ha esortato su X il partito del sindaco di Istanbul, che invitava a recarsi a votare per le primarie che si sono concluse alle 17, “per proteggere la volontà del popolo”. Il voto è stato aperto anche ai non iscritti, in 81 città. L’obiettivo è quello di nominare Imamoglu candidato per il partito alle Presidenziali del 2028. Questo voto è per “la democrazia, la giustizia e il futuro per proteggere Ekrem”, ha detto la moglie Dilek Kaya Imamoglu dopo aver votato alle primarie con il figlio. “Ringrazio sinceramente tutti i nostri cittadini che sono stati con noi per giorni. Non abbiamo paura e non ci arrendiamo mai. La nostra testa è alta, la coscienza è pulita. Vedremo insieme giorni bellissimi”, ha aggiunto. Un appello che sembra aver sortito effetti, dato che lunghe file si sono formate fuori dai seggi per le votazioni.

Il Consiglio d’Europa bolla l’arresto di Imamoglu come un “attacco alla democrazia”. Il presidente del Congresso dei poteri locali e regionali del Consiglio d’Europa, Marc Cools chiede la sua liberazione immediata: “Incarcerarlo, quando avrebbe dovuto essere scelto come candidato presidenziale dal suo partito, non ha nulla a che fare con la giustizia, ma con la politica. Si tratta di una mossa calcolata per minare l’integrità e l’equità dei processi elettorali e rappresenta un attacco alla democrazia”, ha dichiarato Cools.