Ucraina, l’affondo di Berlusconi: “Da premier non sarei andato da Zelensky”
“Io a parlare con Zelensky, se fossi stato il presidente del Consiglio, non ci sarei mai andato, perché stiamo assistendo alla devastazione del suo paese e alla strage dei suoi soldati e dei suoi civili”. Durissimo affondo di Silvio Berlusconi, che torna ad attaccare il presidente dell’Ucraina, ma stavolta nelle sue critiche trascina anche la presidente del consiglio, Giorgia Meloni, appena rientrata dalla delicata settimana di incontri con gli altri leader europei al Consiglio europeo. Per Berlusconi sarebbe stato sufficiente che Zelensky “Cessasse di attaccare le due repubbliche autonome del Donbass e questo non sarebbe accaduto. Quindi giudico, molto, molto negativamente il comportamento di questo signore” ha detto.
Gelo di Palazzo Chigi e della Farnesina, che subito si sono affrettati a chiarire: “Il sostegno all’Ucraina da parte del governo italiano è saldo e convinto”. La nota ufficiale non ha citato le frasi choc di Berlusconi, ma ha ricordato che quella posizione era scritta “chiaramente” nel programma elettorale della coalizione e “confermato in tutti i voti parlamentari della maggioranza che sostiene l’esecutivo”. Nessun commento per ora da Matteo Salvini e dalla Lega, mentre tocca a Forza Italia tentare di correggere il tiro. Il primo a rimediare è il numero due del partito, oltre che ministro degli Esteri: “Forza Italia è da sempre schierata a favore dell’indipendenza dell’Ucraina – twitta Antonio Tajani – Dalla parte dell’Europa, della Nato e dell’Occidente”.
Per il momento infine da Mosca arriva una risposta misurata: “Non spetta a me giudicare e dare i voti a Berlusconi, queste sono cose che riguardano gli italiani” sono le parole della portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, che aggiunge: “Mi limito ai fatti, e i fatti dicono che per otto anni, dal 2014, la Russia ha insistito perché fossero applicati gli accordi di Minsk per la pace in Ucraina. Ma questo non era quello che l’Occidente aveva in mente”.