Ucraina, vertice europeo a Parigi. “No” all’invio di truppe a Kiev

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Summit a Parigi per le potenze europee che si sono riunite nelle scorse ore per discutere del dossier Ucraina. Dopo la Conferenza di Monaco, il presidente francese Emmanuel Macron ha convocato un incontro urgente per provare a restituire voce all’Europa messa alla porta dagli Usa. L’obiettivo: non lasciare che sia solo un “passo a due” russo-americano quello per i negoziati tra Kiev e Mosca. Prima del vertice però Macron ha sentito il presidente americano Trump al telefono, in un confronto durato circa 20 minuti.

L’incontro di Parigi pare sia stato fruttuoso, ma non ha sciolto la riserva sull’eventuale invio di truppe europee a Kiev. Secondo il cancelliere tedesco Scholz è “Sbagliato parlare adesso di truppe di pace in Ucraina”. “Credo che sia del tutto prematuro parlare di truppe di pace in Ucraina ora. Voglio dirlo chiaramente: qui si discute sulla testa degli ucraini di trattative di pace che ancora non hanno avuto luogo, alla quale gli ucraini non hanno detto di sì e non si sono nemmeno seduti al tavolo”, ha spiegato Scholz. “È del tutto irragionevole: è un dibattito sbagliato al momento. Non siamo ancora alla pace, ma nel mezzo di una guerra che la Russia sta ancora portando avanti”, ha chiarito.

Era stato il primo ministro britannico, Keir Starmer ad avanzare l’ipotesi delle truppe in Ucraina, prima del vertice. Scenario condiviso anche dalla Svezia, che però non ha preso parte al summit. Starmer ha condiviso un breve video sui social,  in cui si è rivolto ai follower affermando che “tutti vogliono un accordo di pace”, ma “deve essere duraturo”. Tutti nel continente devono “farsi avanti”, ha aggiunto, per la “sicurezza collettiva”. Secondo quanto trapelato, quella di dispiegare soldati europei in Ucraina è per la premier italiana Giorgia Meloni un’opzione che lei stessa avrebbe definito davanti agli altri leader “la più complessa e la meno efficace”. Soprattutto senza adeguate “garanzie di sicurezza” per Kiev, senza le quali qualunque negoziato rischierebbe, secondo la premier, di fallire.