Ucraina, Zelensky incoraggia la resistenza. Visa e Mastercard fuori dalla Russia
Il conflitto in Ucraina va avanti, tra tentativi di colloquio tra le parti, l’allarme nucleare lanciato da Zelensky e quello per i profughi dell’Unhcr secondo cui entro il fine settimana saranno circa un milione e mezzo.
Il tavolo per trovare un accordo diplomatico ricomincerà domani, ma Ucraina e Russia sembrano ancora lontane da un’intesa. Nelle scorse ore si erano aperti corridoi umanitari per permettere alle persone di lasciare il paese, ma il cessate il fuoco, ad esempio, a Mariupol non è durato, lì dove si combatte ancora strada per strada. E in un panorama di conflitto, il presidente ucraino Zelensky ha lanciato l’allarme nucleare: “Con 15 centrali rischio per tutta Europa, i russi avanzano verso il terzo impianto”. E sono 100mila i volontari che si sono arruolati nell’esercito ucraino per la difesa del territorio dopo l’appello di Zelensky, l’ennesimo, a scendere in strada ed imbracciare le armi per difendere la libertà della nazione.
Dal canto suo Putin continua nella sua offensiva che, secondo il diplomatico russo Polishchuk, è stata lanciata nel rispetto della Carta delle Nazioni Unite, e visto che l’Ucraina è stata trasformata nel tempo in un avamposto della Nato. Il presidente russo ha anche chiesto un elenco dei paesi che hanno imposto sanzioni contro la Russia. Due delle ultime sono Visa e Mastercard, che hanno annunciato la sospensione delle operazioni nel paese. Visa lo ha fatto tramite un comunicato dove ha fatto sapere che, “con effetto immediato, collaborerà con clienti e partner in Russia per cessare tutte le transazioni nei prossimi giorni”.
Anche la diplomazia estera cerca una strada di pace. Il presidente americano Biden ha avuto un colloquio telefonico con l’omologo Zelensky: nell’agenda, ha riferito il presidente ucraino, i temi della sicurezza, dell’assistenza finanziaria per l’Ucraina e le sanzioni alla Russia. Gli Stati Uniti hanno promesso 10 miliardi di dollari di finanziamenti per l’assistenza al paese.
Si muove anche la Cina, che si dice contraria ‘a qualsiasi atto che possa gettare benzina sul fuoco’. Lo ha detto il Ministro degli Esteri Wang Yi, secondo il quale Stati Uniti ed Europa dovrebbero prestare attenzione all’impatto negativo sulla sicurezza della Russia dell’espansione della Nato a est, ed ha chiesto negoziati per risolvere la crisi e trattative per creare un bilanciato meccanismo di sicurezza europeo.