Usa. Pentagono rilancia il nucleare. Testate più piccole come deterrente per Cina e Russia
Il presidente americano Donald Trump continua la sua campagna di smantellamento di tutto ciò che è stato fato nella precedente amministrazione Obama. Ora tocca al reparto nucleare. Il Pentagono delinea e diffonde un documento che prevede un’espansione dell’arsenale e punta i riflettori su Russia e Cina come possibili antagonisti.
La nuova strategia nucleare statunitense prevede lo sviluppo di testate nucleari a potenza ridotta, anche di un solo kilotone (17 volte meno potente della bomba sganciata il 6 agosto 1945 su Hiroshima) per effettuare attacchi ‘chirurgici’ con numero ridotto di vittime, con l’obiettivo di danneggiare il nemico senza per forza innescare una rappresaglia termonucleare da “fine di mondo”. Questo però di fatto rende più probabile l’uso dell’atomica.
Il presidente Donald Trump sottolinea come il documento (Nuclear Posture Review), scaturito dalla verifica da lui richiesta un anno fa nei primissimi giorni alla Casa Bianca, «affonda le sue radici in una valutazione realistica nell’ambito della sicurezza globale, nella necessità di avere un deterrente verso l’uso delle armi più distruttive del mondo e dell’impegno da parte del nostro paese alla non proliferazione nucleare».
Tale documento rappresenta un’inversione a 180 gradi rispetto a quella delineata a Praga dall’allora presidente Obama che puntava alla riduzione degli arsenali e nel lungo periodo all’eliminazione delle atomiche. La politica presentata ora dal Pentagono prevede l’introduzione di ordigni nucleari tattici a bassa intensità e il reinserimento nell’arsenale di missili balistici nucleari lanciati da sottomarini (Slcm). Già l’amministrazione di George Bush padre aveva messo fine al dispiegamento degli Slcm.