Ventiseiesimo giorno di guerra in Ucraina: oggi nuovi colloqui online tra Kiev e Mosca
Ventiseiesimo giorno di guerra in Ucraina. L’offensiva russa stringe la sua morsa in particolare sulla città di Mariupol, dove cadono bombe ogni dieci minuti. Inoltre la città è bersaglio di navi da sbarco russe. Secondo il consiglio comunale di Mariupol, alcuni residenti del distretto della Rive Gauche di Mariupol vengono deportati con la forza in Russia, i cui passaporti vengono confiscati. Ma secondo Iryna Vereshchuk, vice primo ministro ucraino, già 45.000 persone sono riuscite a lasciare la città assediata.
La ministra degli Esteri tedesca, Annalena Baerbock, entrando al Consiglio degli Esteri di Bruxelles, ha lanciato un appello alla solidarietà comune verso i cittadini ucraini: “non abbiamo solo bisogno di corridoi locali, ma di un ponte aereo solidale. Ogni Paese d’Europa dovrà accogliere centinaia di migliaia di rifugiati” e lo stesso dovrà essere fatto “dall’altra parte dell’Atlantico”.
La commissaria europea agli Affari interni, Ylva Johansson, durante la conferenza stampa a Tallin a seguito della visita ufficiale in Estonia, ha fatto il punto sui rifugiati. “Finora abbiamo assistito all’arrivo nei Paesi Ue di 3,3 milioni di ucraini, mentre quasi il doppio sono in fuga all’interno dell’Ucraina” quindi “è probabile che i numeri di chi abbandona il Paese cresceranno”.
Riprendono in video-conferenza i negoziati tra Russia e Ucraina. Un accordo sarebbe vicino, secondo la Turchia. “Certo, non è facile arrivare a un’intesa mentre la guerra è in corso, i civili vengono uccisi, ma vorremmo dire che lo slancio negoziale sta progredendo”, ha detto il ministro degli Esteri Mevlut Cavusoglu.
“Se falliamo, è la terza guerra mondiale”, ha detto ieri Zelensky. “Mosca vuole la soluzione finale: punta a distruggere il nostro popolo”, ha detto il presidente ucraino parlando alla Knesset e sollevando aspre polemiche in Israele per il paragone con la Shoah.
La diplomazia continua a lavorare per la pace. Oggi telefonata tra l’americano Biden, il premier italiano Draghi, il francese Macron, il cancelliere Scholz e il britannico Johnson. Il presidente americano il 25 marzo sarà in polonia dove incontrerà il presidente Duda, mentre la Slovenia invierà di nuovo una delegazione a Kiev.
La Svizzera sarebbe pronta a ospitare i colloqui di pace tra Ucraina e Russia. Secondo il Kyiv Independent, il presidente Ignazio Cassis sarebbe pronto a mediare, ma anche a ospitare i negoziati. Pochi giorni fa il presidente svizzero aveva rivolto parole di encomio al suo omologo ucraino Volodymyr Zelensky, dicendosi ‘impressionato’ dalla “forza di volontà” del popolo ucraino. “Vediamo che l’Ucraina difende i valori fondamentali del mondo libero, valori che condividiamo anche noi. Siamo solidali secondo la nostra tradizione umanitaria”, ha scritto Cassis sul suo account Twitter.