Vertice di pace in Svizzera, dall’Italia altri aiuti per Kiev. E Putin annuncia i suoi obiettivi nel conflitto

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Per raggiungere la pace in Ucraina serve il coinvolgimento e il dialogo tra tutte le parti. Questo, in sintesi, il pensiero raccolto in una bozza di comunicato rilasciato al termine della prima giornata del Vertice per la pace in corso in Svizzera. I media di Kiev hanno riferito che esiste un possibile scenario in cui il documento potrebbe essere adottato senza il consenso di tutti i partecipanti, con controversie sorte su parole specifiche del comunicato. Ma intanto, mentre si discute, il ministro degli Esteri Antonio Tajani annuncia “un nuovo pacchetto di aiuti militari, perché senza la difesa non esiste nemmeno la ricostruzione dell’Ucraina”, ha detto parlando alla plenaria del vertice sulla pace.

Dal vertice di pace in Ucraina sarebbero venuti fuori – per la prima volta – anche gli obiettivi di Putin rispetto alla guerra in Ucraina. Mosca – secondo quanto raccolto – sarebbe pronta a cessare le ostilità e negoziare per firmare la pace se Kiev ritirerà le sue truppe dalle quattro regioni parzialmente occupate dalle truppe russe e rinuncerà ad entrare nella Nato. Uno scenario che però  l’Ucraina e i suoi alleati occidentali non possono accettare. Riguardo al comunicato diffuso nella notte, i media di Kiev sottolineano che si tratta comunque di una bozza datata 13 giugno su cui non è stato ancora raggiunto un accordo ufficiale tra i partecipanti al summit.

Intanto, secondo il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan, il vertice svizzero sulla pace in Ucraina sarebbe “più orientato ai risultati” se la Russia avesse partecipato ai colloqui. Fidan ha definito i colloqui di Lucerna “un barlume di speranza per cominciare”, ma ha sottolineato che “avrebbero potuto essere più orientati ai risultati” se vi avesse preso parte anche Mosca. “Crediamo che ci sia una crescente necessità di una strategia globale e inclusiva che utilizzi la diplomazia e i negoziati per garantire l’attuazione delle misure già adottate”, ha affermato il ministro turco citando i negoziati di Ankara sul grano come esempio di soluzione diplomatica.