WEF, Zelensky chiede di sbloccare porti e merci: “da soli non possiamo lottare contro la Russia”
In occasione del World Economic Forum di Davos il presidente ucraino Zelensky ha lanciato un appello affinché la diplomazia lavori per sbloccare i porti e le merci: “bisogna usare tutti i canali diplomatici, perché da soli non possiamo lottare contro la Russia”. Per questo chiediamo alla “Commissione europea, al Regno Unito, alla Svizzera, alla Polonia e all’Onu di prendere misure per un corridoio per l’export del nostro grano e dei cereali , altrimenti la penuria avrà effetti sul mondo e ci sarà un’estensione della crisi energetica”. Il presidente è poi tornato a chiedere “sanzioni massime” contro la Russia. Serve un “embargo completo sul petrolio, che “tutte le banche russe siano escluse dai sistemi globali e che non ci sia nessun commercio con la Russia”, ha dichiarato in videocollegamento.
Da Tokyo è invece intervenuto il presidente americano Joe Biden. La Russia deve pagare “un prezzo di lungo termine” per aver aggredito l’Ucraina con un’azione che ha lo scopo di “distruggere l’identità di quel Paese”. Le dichiarazioni del n.1 della Casa Bianca, sono arrivate in conferenza stampa da Tokyo dove ha incontrato il premier nipponico Fumio Kishida . “E’ il costo di chi vuole cambiare gli assetti con l’uso della forza”, ha aggiunto Biden che ha promesso una reazione decisa in caso di invasione militare di Taiwan da parte della Cina.
Gli aggiornamenti dal fronte. Blindato il fronte meridionale con la presa dell’Azovstal, la Russia ha fatto ripartire la sua offensiva dal Donbass, puntando in particolare sulle città di Severodonetsk e Lysychansk. Il capo dell’autoproclamata Repubblica di Donetsk Pushilin rende noto che “tutti i prigionieri dell’Azovstal detenuti saranno processati lì da un tribunale”. Il Cremlino intanto fa sapere che “sta studiando il piano dell’Italia per risolvere la situazione in Ucraina”.
I dati dell’Oms. Secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità, sono 248 gli attacchi lanciati dalle forze russe contro le strutture sanitarie ucraine dall’inizio dell’invasione, avvenuta il 24 febbraio. L’Oms ha precisato che in questi attacchi 75 persone hanno perso la vita e altre 59 sono rimaste ferite. “L’assistenza sanitaria non dovrebbe mai essere un obiettivo”, commenta l’organizzazione nel messaggio.