A 50 anni dal terremoto del Belice, commemorazione con Mattarella
Nel cinquantesimo anniversario del devastante terremoto del 14-15 gennaio 1968, la terra è tornata a tremare nel Belice. Due lievi scosse si sono registrate questa notte a Gibellina, uno dei paesi distrutti mezzo secolo fa. La prima di magnitudo 1,4 all’1:49 e la replica alle 4:47 di magnitudo 1,8. Le due scosse, a una profondità di 11 chilometri, sono state registrate dagli apparati strumentali dell’Ingv, l’istituto nazionale di geologia e vulcanologia.
Intanto il Belice commemora oggi con Sergio Mattarella e i sindaci del cratere il terribile terremoto che lo colpì cinquant’anni fa e causò 400 vittime tra cui 10 soccorritori, 1.000 feriti e 90.000 sfollati.
“Le capacità dell’intero Paese di reagire alle calamità naturali hanno rappresentato il momento della verità, misura della coesione nazionale, del riconoscersi in un comune destino”. Queste le parole del Capo dello Stato, intervenendo a Partanna alla cerimonia per i 50 anni del terremoto.
Una fiaccolata chiuderà in serata le manifestazioni e poi mostre, spettacoli, rappresentazioni teatrali e reading andranno avanti per tutto il 2018. “Il Belice non è morto”, anzi è riuscito a “rialzarsi dopo la catastrofe” ma lo Stato deve onorare i suoi debiti ha aggiunto il presidente della Repubblica. Davanti a Sergio Mattarella il coordinatore del comitato dei sindaci, Nicola Catania, rivendica alla “dignità di un popolo” la spinta decisiva alla rinascita.