Abuso d’ufficio: il ddl Nordio è legge
La Camera ha approvato in via definitiva il disegno di legge sull’abuso d’ufficio firmato dal ministro della Giustizia Carlo Nordio. 199 i sì e 102 i no. Oltre alla maggioranza, favorevoli +Europa, Azione e Italia viva. Sono otto articoli che aboliscono l’abuso d’ufficio, tutelano “il terzo estraneo” nelle intercettazioni e dispongono l’obbligo di interrogatorio preventivo per il ricorso alle misure cautelari che sarà deciso da un collegio di tre giudici. Secondo quanto dichiarato dal Guardasigilli l’abolizione dell’abuso di ufficio non ha nulla a che fare con la lotta alla corruzione. Abbiamo abolito la “paura della firma” -ha detto – Produrrà un effetto benefico sull’efficienza”.
La riforma della giustizia è, con premierato e Autonomia, uno dei tre assi dell’alleanza nel centrodestra, quello più caro a FI. Il viceministro forzista, Francesco Paolo Sisto, intesta infatti il voto di ieri al fondatore del partito Silvio Berlusconi. Esulta Antonio Tajani che parla di “grande svolta” e indica come “prossimo passo la separazione delle carriere” che – dice – “non è punitiva”.
Entusiasta anche l’altra anima centrista della maggioranza, Noi moderati di Maurizio Lupi: “Il ddl Nordio è un pilastro fondamentale per riformare la giustizia e costruirne una più equa”. Parla di “giustizia più giusta” Ciro Maschio, presidente della commissione Giustizia (FdI), e di “vantaggio per il Paese” Davide Bergamini della Lega.
Altro aspetto centrale della legge, in senso garantista, riguarda la disciplina delle intercettazioni: è ampliato il divieto di pubblicazione, ora consentita solo se sono adoperate nel dibattimento, e si dispone il divieto di rilascio di copie. Viene ridimensionato l’ambito di applicazione del reato di traffico di influenze, incrementando però le sanzioni. Ancora: descrizione solo sommaria del fatto oggetto di indagine negli avvisi di garanzia, per assicurare maggior riservatezza. Infine, sarà un organo collegiale a disporre la custodia cautelare in carcere, solo dopo un interrogatorio, mentre vengono concesse al pm meno possibilità di ricorrere in appello in caso di reati meno gravi.