Acca Larentia, scontro alla Camera. E Schlein attacca Meloni: “Silenzio imbarazzante”
Almeno 150 persone sono state indagate finora per i fatti di Acca Larentia, dove nel corso della manifestazione commemorativa tenuta a Roma sono stati fatti saluti romani. La Digos della Capitale continua a lavorare con altre questure per identificare altre persone. Sull’accaduto, intanto, ha riferito in Parlamento il ministro dell’Interno Piantedosi. “Lo spirito della commemorazione di tragedie così gravi è tradito dalla riproposizione di gesti e simboli che rappresentano un’epoca condannata dalla storia”, ha detto. Dura la replica della leader dem Elly Schlein: “Sciogliere i gruppi neofascisti”, il governo non l’ha fatto.
E proprio nel corso delle comunicazioni alla Camera si è sviluppato lo scontro tra Schlein e Piantedosi. “Continueremo ad insistere – ha assicurato Schlein – che queste organizzazioni neofasciste vengano sciolte, come chiede la Costituzione, perché rappresentano un pericolo per la pubblica sicurezza. Sono sbagliati i divieti della legge Scelba e della Costituzione? Noi non lo crediamo. Abbiamo presentato una proposta di legge, firmata anche da esponenti di altre forze di opposizione, che raccoglie la spinta delle associazioni antifasciste per rendere ancora più chiara la disciplina, che punisce chi pubblicamente esalta esponenti, principi, fatti o metodi del fascismo”.
Ma il vero attacco della leader del Pd era la premier Giorgia Meloni. “Ha parlato 3 ore la settimana scorsa, ma le sarebbero bastati 10 secondi per dichiararsi antifascista, come la Costituzione su cui ha giurato” ha riferito Schlein, definendo “imbarazzante” il silenzio della Premier. “Siccome ha detto più volte di non essere ricattabile, ci chiedevamo chi la stesse ricattando. Beh, si sta ricattando da sola evidentemente, perché resta in ostaggio del suo passato, da cui continua a non voler prendere la distanza”.