Agguato in Congo: funerali di Stato per l’ambasciatore Attanasio e il carabiniere Iacovacci
Funerali di Stato per l’ambasciatore Luca Attanasio e il carabiniere Vittorio Iacovacci. Lo ha annunciato dopo un lungo applauso alla Camera il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, riferendo sull’agguato in Congo. “E’ stato straziante accogliere, a fianco del premier Draghi e dei familiari, le salme dei nostri due connazionali, vittime del vile agguato che ha stroncato le loro giovani vite e sconvolto quelle dei loro cari”, ha aggiunto Di Maio.
Il ministro ha fatto sapere che lo Stato italiano ha chiesto a “Pam e Onu di aprire un’inchiesta”. Abbiamo chiesto formalmente al Programma alimentare mondiale e all’Organizzazione delle Nazioni Unite di aprire “un’inchiesta che chiarisca l’accaduto, le motivazioni alla base del dispositivo di sicurezza utilizzato e in capo a chi fossero le responsabilità di queste decisioni. Abbiamo anche spiegato che ci aspettiamo, nel minor tempo possibile, risposte chiare ed esaustive”.
Di Maio ha sentito al telefono il suo omologo in Congo: “ho avuto una conversazione telefonica con il ministro degli Esteri congolese nella stessa giornata dell’accaduto. Le ho subito sottolineato la necessità di fare piena luce sulle dinamiche e le responsabilità dell’attentato. Le autorità di Kinshasa hanno assicurato piena collaborazione con la magistratura italiana. Il presidente congolese, che ha reso visita alla vedova del nostro ambasciatore, ha condannato ‘con la più grande fermezza’ l’attacco”.
Luigi Di Maio ha quindi ricostruito l’attacco: “La mattina del 22 febbraio, tra le 10 e le 11 locali, il convoglio del Pam è stato attaccato da uomini dotati di armi leggere, verosimilmente presso Kibumba, a circa 25 km da Goma. In base alle prime ricostruzioni, che devono essere sottoposte al vaglio degli inquirenti, la prima autovettura del convoglio del Pam, su cui viaggiavano le vittime, sarebbe stata oggetto di colpi di arma da fuoco”.
“Il convoglio è stato attaccato alle 10:15”. “Il gruppo, – ha proseguito Di Maio- formato da 6 elementi, avrebbe costretto i mezzi a fermarsi ponendo ostacoli sulla strada e sparando alcuni colpi di armi leggere in aria. Il Governatore del Nord-Kivu ha confermato che i sei assalitori, dopo aver sparato colpi in aria e bloccato il convoglio, hanno ordinato ai passeggeri di scendere dai veicoli. Il rumore degli spari ha allertato i soldati delle Forze Armate congolesi e i ranger del parco Virunga che, trovandosi a meno di un chilometro di distanza, si sono diretti verso il luogo dell’evento. Per costringere le loro vittime a lasciare la strada ed entrare nella boscaglia, gli assalitori hanno ucciso l’autista del Pam”.
Le vittime assassinate nella foresta. “Una pattuglia di ranger dell’Istituto Congolese per la Conservazione della Natura, di stanza presso il vicino parco di Virunga e un’unità dell’Esercito, in servizio proprio lì vicino, avrebbero cercato di recuperare i membri del convoglio, ma nel momento in cui la pattuglia di ranger ha intimato agli assalitori di abbassare le armi, questi ultimi avrebbero aperto il fuoco contro il militare dei carabinieri, uccidendolo, e contro l’ambasciatore italiano, ferendolo gravemente. La pattuglia di ranger e l’Unità dell’Esercito successivamente avrebbero evacuato l’ambasciatore italiano presso l’ospedale Monusco di Goma, dove sarebbe avvenuto il decesso a causa delle ferite riportate nell’attacco”.
“Sulla dinamica dell’agguato sono in corso accertamenti anche da parte della Procura della Repubblica di Roma – ha aggiunto -. Una squadra dei nostri carabinieri del Ros, su delega della Procura, si è già recata a Goma per una prima missione investigativa. Mi risulta che ne seguiranno altre”.
“Ai nostri caduti dobbiamo la verità”. Di Maio ha quindi spiegato che ” il miglior modo di onorare la loro memoria è anche continuare a rafforzare la nostra attenzione politica nei confronti del continente africano, nella quale Luca credeva fortemente, con passione e dedizione. All’Africa aveva dedicato gran parte della sua carriera diplomatica, e anche il suo personale impegno a sostegno dei più deboli, con le attività di volontariato promosse attraverso l’Ong Mama Sofia fondata proprio a Kinshasa dalla moglie Zakia”.
Intanto la violenza in Congo non si ferma. Sono almeno 13 le vittime di un duplice attacco a Beni, nella provincia del Nord Kivu, attribuito ai ribelli delle Forze Democratiche Alleate (Adf), un gruppo armato ugandese islamico. L’agguato in cui pochi giorni fa hanno perso la vita l’ambasciatore italiano Luca Attanasio, il carabiniere Vittorio Iacovacci ed il loro autista Mustapha Milambo è avvenuto sempre nel Nord Kivu, provincia martoriata dalla presenza di milizie etniche, criminali e jihadiste.