Amministrative: il centrosinistra fa il pieno dei capoluoghi di regione. Affluenza ancora giù
Il centrosinistra fa l’en plein ai ballottaggi delle elezioni comunali, aggiudicandosi tutti i capoluoghi di regione andati al voto: oltre a Potenza, si afferma insieme al M5s a Bari, Firenze, Perugia e Campobasso. Vede eletti i suoi sindaci anche a Cremona e, insieme ai pentastellati, a Vibo Valentia.
Il centrodestra conquista invece: Rovigo, Lecce, Caltanissetta e si conferma ad Urbino e Vercelli. Avellino e Verbania vanno a candidati espressione di liste civiche. A vincere, però, è ancora una volta il partito del non voto: l’affluenza finale alle urne si ferma al 47,71%, in forte calo rispetto al primo turno quando era stata del 62,83%.
La toscana Sara Funaro, il pugliese Vito Leccese, l’umbra Vittoria Ferdinandi, il lucano Vincenzo Telesca e la molisana Marialuisa Forte sono stati eletti primi cittadini. Con la vittoria di Massimo Zedda a Cagliari al primo turno, il centrosinistra si è guadagnato l’amministrazione dei sei capoluoghi di Regione per cui si è votato in questa tornata.
Elly Schlein punge Giorgia Meloni. La segretaria dem parla di “vittoria storica per il Pd ed il campo progressista” e aggiunge: “È irrevocabile: le città hanno bocciato la destra che governa e mandato un messaggio chiaro a Giorgia Meloni. Basta tagli alla sanità, basta ai salari bassi e no all’autonomia differenziata”. “I cittadini hanno premiato i progetti d’intesa – scrive invece in una nota il M5S – Un dato che ci conforta e ci incita a continuare”.
Si sofferma sull’astensionismo Ignazio La Russa. “Al di là dei risultati – dice il presidente del Senato – emerge un dato che deve far riflettere: il doppio turno non è salvifico e anzi incrementa l’astensione. Dal 62,83% del primo turno, si è scesi molto sotto il 50% e cioè al 47,71%. In qualche caso, si viene eletti con solo il 20% dei voti degli aventi diritto. A volte, viene addirittura eletto chi ha meno voti assoluti di quanti ne ha avuti l’avversario al primo turno. Inaccettabile”. E aggiunge: “Occorre ripensare a una legge elettorale per le amministrative”.