Articolo Uno, Speranza riconfermato segretario e si riprova a ricucire la ‘sinistra’
Si prova a ricucire la frattura con il Pd al congresso di Articolo Uno. A distanza di cinque anni dalla scissione dal Partito democratico del 2017, ai tempi della segreteria Renzi, la sinistra prova a ricompattarsi e a lanciare l’appello al cambiamento è Roberto Speranza riconfermato segretario a conclusione del Congresso, sulle note prima di Bella Ciao e dell’Internazionale
Tanti i temi affrontati in questa seconda giornata, tra cui la guerra in Ucraina, il riarmo, ma soprattutto la voglia di ricompattare le forze dopo il big bang che squassò il Pd di Matteo Renzi.
Speranza: “Il cuore ” di questo cambiamento “è la questione sociale, cioè il lavoro e il reddito delle persone. Il campo progressista ha un senso se dà risposte su questo terreno. Tra PD, M5s e noi credo ci sia un terreno comune. Su questo mi pare che siano uniti”, ha spiegato il segretario di Articolo uno, che aggiunge: “c’è un pezzo di popolo che non crede più nella sinistra. Unirsi sì, con coraggio e senza paura, ma per cambiare, perché se non si cambia non prendiamo quelle persone che sono la vera frattura”.
Anche Pierluigi Bersani parla di un progetto sociale nuovo. “Noi non pensiamo di dettare il compito a nessuno, non abbiamo il titolo né la stazza. Ma c’è il pericolo di una regressione del paese. Proponiamo un progetto sociale nuovo, da discutere con tutti i soggetti della sinistra plurale e con il Pd, per farne un elemento di convergenza dei progressisti”. Per l’esponente di punta di Articolo Uno , questo “significa non rincorrere delle idee centriste”.
Resta ora da capire se questa ritrovata alleanza, si evolverà in una federazione o in nuovo soggetto anche in vista delle delle politiche dell’anno prossimo: “Valuteremo passo dopo passo, quel che è certo è che c‘è un terreno comune su cui lavorare”, non si sbilancia Speranza.
Standing ovation per Giuseppe Conte, all’Auditorium Antonianum. “Il nostro orizzonte è progressista, c’è una strada per esserlo insieme. Voglio darvi atto della grande lealtà dimostrata durante il Conte 2 all’azione di governo. Quella strada l’abbiamo fatta insieme e credo che quella storia non sia finita”, ha rivendicato il leader dei 5 Stelle, tra gli applausi di dirigenti come Pier Luigi Bersani e Roberto Speranza, così come dei delegati.
Ma l’affinità tra Conte e Articolo Uno si riflette anche sul tema dell’Ucraina e dell’invio delle armi. “Non siamo disponibili ad un’escalation militare, l’unica escalation che vogliamo è l’escalation diplomatica. L’Italia e gli altri Paesi dell’Unione europea non possono rassegnarsi ed assuefarsi a devastazioni e carneficine nel cuore dell’Europa protratte per non sappiamo quanto tempo, né possono pensare di evitare questo scenario impegnandosi in una forsennata corsa al riarmo o pensando via via di fornire armamenti sempre più pesanti, sempre più offensivi”, ha avvertito Conte.
Un tema, quello del possibile invio di armi pesanti, che rischia di aprire nuove crepe nella maggioranza del governo Draghi, in vista di un terzo decreto proprio sull’Ucraina in discussione probabilmente la settimana prossima.