Bankitalia Renzi contrattacca: sulla mozione il governo era d’accordo
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Caso Bankitalia, il segretario Pd Matteo Renzi in un’intervista al Quotidiano Nazionale torna sulla vicenda che sta scuotendo il mondo politico, quello bancario e lo stesso Pd. “Il governo non era semplicemente informato: era d’accordo. La mozione parlamentare non solo era nota al governo, ma come sa chi conosce il diritto parlamentare, prevedeva che il governo desse un parere. Che c’è stato ed è stato positivo”, ha dichiarato il segretario del Partito Democratico.
“Quanto all’autonomia del processo decisionale – ribadisce Renzi – noi rispetteremo qualunque scelta verrà fatta dalle autorità preposte sul nome del prossimo governatore. Auspico che scelgano la persona migliore: se il governo riterrà che la persona migliore sia l’attuale governatore ne prenderemo atto. Ma il rispetto istituzionale non significa non chiedere chiarezza rispetto a ciò che è successo. Noi abbiamo la coscienza a posto, spero che tutti possano dire lo stesso”.
L’ex premier risponde anche in merito alle dure critiche ricevute da Walter Veltroni e del presidente emerito Giorgio Napolitano: “Mi spiace per le polemiche – afferma – anche se rispetto la loro opinione. Ogni discussione aiuta a crescere, ma rimango stupito nel vedere reazioni così dure a un semplice atto parlamentare”.
E ancora: “Noi non abbiamo una questione personale con il governatore Visco il cui mandato scade per legge ad ottobre, dopo sei anni di lavoro alla guida della Banca d’Italia. Il Parlamento ha approvato una mozione con il parere positivo del governo, una mozione in cui si esprime un giudizio su ciò che è accaduto in questi anni. O vogliamo far credere che in questi anni sia andato tutto bene? Qui non è in ballo il galateo istituzionale né la scelta del nome, ma il ruolo e la dignità del Parlamento”.
A stretto giro sono arrivate però le precisazioni da Palazzo Chigi che smentiscono le ricostruzioni “di vario segno” apparse oggi sui quotidiani in merito alla vicenda Bankitalia. Le stesse fonti sottolineano che sul tema della Banca d’Italia le decisioni del Presidente del Consiglio “saranno basate sulle prerogative a lui attribuite dalla legge ed ispirate esclusivamente al criterio di salvaguardia dell’autonomia dell’Istituto”.
Nei controlli sulle banche c’è stato “una sorta di scarica barile”, ha intanto denunciato ieri il procuratore capo di Milano Francesco Greco. In audizione alla commissione bicamerale di inchiesta sulle banche Greco ha detto che “della riforma delle autorità di vigilanza si parla da molto tempo, è difficile districarsi: bisogna decidere chi deve fare certe cose e chi no, perché c’è anche un accavallamento con la Bce, c’è una sorta di scaricabarile. Il sistema non è chiaro, per districarsi tra le autorità di vigilanza tra poco ci vuole un Tom Tom”.