Bonus Inps, Tridico: nessuna violazione della privacy. Ordinato un audit interno
Il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, in audizione in commissione Lavoro alla Camera sul caso bonus Inps difende l’operato dell’Istituto: “Con il Cura Italia il governo ha risposto mettendo a disposizione 10 miliardi e cercando di dare una risposta veloce ai cittadini.
Erano momenti convulsi, con cittadini che assalivano i negozi, l’istituto ha risposto in modo efficace in 15 giorni, predisponendo una misura che non esisteva. Il bonus per gli autonomi. Lo ha elargito in 15 giorni, come chiesto dal governo”. Poi sui parlamentari che hanno preso il bonus ha detto: “anche oggi nessuno ha dato i nomi, si sono autodenunciati”. In ogni caso, sulla fuga di notizie Tridico ha “ordinato un audit interno”.
Nel periodo del Covid, precisa il presidente dell’Inps, “l’esigenza era pagare subito e poi controllare, e questo è stato fatto. La procedura costruita dall’amministrazione si basa sulla legge, basandosi sui nostri archivi, si attinge alla presenza o meno di altri fondi previdenziali obbligatori. Gli approfondimenti sulla posizione di chi ha richiesto il bonus sono in corso ancora oggi”.
Tornado sulla fuga di notizie Tridico si dichiara estraneo: “Chiunque afferma cose del genere, lo fa per fini che mi sfuggono, motivi fantasiosi e accuse infondate da rimandare al mittente”. Tridico quindi rivela: “Il 7 agosto mi ha chiamato il direttore di Repubblica per dire che il suo giornale aveva scoperto la notizia sui bonus e la vuole dare e mi chiedeva i nomi. Ero sorpreso e questa notizia non è uscita né direttamente né indirettamente da me”.
“Sulla notizie di Repubblica, qualche giorno fa ho ordinato un audit interno per capire se sono state trafugate dall’istituto – spiega -. La notizia del 200 politici a livello nazionale e dei 5 deputati l’ho condivisa a fine maggio con il cda dell’istituto, per permettere poi di poter fare le verifiche del caso”.
Tridico si rivolge quindi ai deputati, invitandoli a “guardare i problemi del Paese e non il dito che ce li indica. L’istituto da sempre, nel corso dei 120 anni di storia, ha segnalato anomalie ed è stato vittima di azioni fraudolente e tuttora lo siamo. Purtroppo. Altrimenti non avremmo 115 miliardi di evasione contributiva e fiscale”.