Carlo Cottarelli si dimette dal Parlamento e dal Pd
Carlo Cottarelli si dimetterà da senatore. Lo ha annunciato lo stesso economista, eletto con il Pd, spiegando che l’Università Cattolica gli ha chiesto di dirigere un programma relativo a scienze sociali ed economiche rivolto agli studenti delle scuole superiori. “Questa cosa purtroppo non è compatibile con il Senato e ho deciso di rinunciare alla posizione di senatore. Mi dimetterò nel corso della prossima settimana”, ha affermato l’ex dirigente dell’Fmi.
Non è un cambio di casacca quello di Cottarelli, facendo valere l’assenza di vincolo di mandato e trovando accoglienza (peraltro pare offerta da Renzi e Calenda) in altri gruppi. Si tratta di un’uscita definitiva dal Palazzo, ma non un fulmine a ciel sereno per i dem, avvertiti per tempo.
Per l’economista “è giusto che quel seggio torni al Pd. Fra l’altro la prima non eletta è una persona molto brava, Cristina Tajani, che insegna al Politecnico di Milano, ed è anche abbastanza vicina all’area di Elly Schlein. Poi è una donna, si migliora anche la parità di genere”. ha spiegato. E sul tema di cambiare partito, ha spiegato: “A me non sembra giusto, io sono stato eletto nel proporzionale, la gente non ha votato il mio nome ma il partito”. Eletto a settembre con il Pd, l’economista ha rivelato che gli “sono state fatte offerte di spostarmi in altri gruppi, non dico quali ma è abbastanza intuitivo: non sono di maggioranza né è il Movimento 5 stelle”.
L’economista non si riconosce nella linea dell’attuale leader, Elly Schlein, che ha informato martedì insieme al capogruppo Boccia e al presidente del Senato Ignazio La Russa, mentre domenica c’è stato spazio per spiegare “a una quarantina di persone” e per mandare un messaggio a tutti.
In una lettera a Repubblica Cottarelli elenca tutti i temi in cui sente di avere “posizioni diverse da Elly Schlein”, dal Jobs Act al freno al Superbonus, dai termovalorizzatori, all’utero in affitto al nucleare.”E’ innegabile (basta vedere la composizione della nuova Segreteria) che l’elezione di Elly Schlein abbia spostato il Pd più lontano dalle idee liberaldemocratiche in cui credo. Ho grande stima di Elly Schlein e non credo sbagli a spostare il Pd verso sinistra”, ha sottolineato Cottarelli, “ciò detto, mi trovo ora a disagio su diversi temi”.
“Credo sia importante che ognuno faccia al meglio quello che può fare, credo di poter essere più utile al Paese nel mio ruolo di grillo parlante, di divulgatore”, ha affermato ancora l’economista. “Forse non è stato così in passato, ma c’è in questo momento storico un’estrema conflittualità fra minoranza e opposizione – ha spiegato l’economista parlando di ciò che l’ha deluso nella sua breve esperienza in Parlamento – faccio qualche esempio, è prassi che le minoranze presentino degli emendamenti, io ho visto che sistematicamente sono rigettati. Tanto quanto, spesso le minoranze propongono emendamenti quasi solo per fare ostruzionismo. Mi aspettavo un atteggiamento meno conflittuale. Poi essere un uomo di parte dà meno credibilità alle cose che si dice”. Cottarelli ha cercato conforto nel suo mentore Enrico Letta, che lo aveva candidato: “Mi aveva consigliato di vedere qualcosa all’estero. Questa cosa è arrivata al momento giusto, è un programma a cui credo molto e può essere utile al Paese”.