Caro bollette, il Cdm dà il via libera al decreto. Nuove misure per famiglie e imprese
Era atteso ed è arrivato: il Consiglio dei ministri – riunito ieri (martedì 28 marzo) – ha dato il via libera al decreto bollette. Un provvedimento che contiene misure a sostegno di famiglie e imprese contro il caro energia e interventi in favore del settore sanitario per quasi 5 miliardi di euro. Per il gas sono confermati la riduzione dell’Iva al 5% e l’azzeramento degli oneri di sistema. Prorogato fino al 30 giugno anche il bonus sociale per le famiglie con Isee fino a 15mila euro.
Spese per il riscaldamento. La novità riguarda l’incentivo al risparmio energetico per tutti i cittadini, senza limiti di reddito, che da ottobre a dicembre 2023 avranno un contributo a compensazione delle spese di riscaldamento, i cui criteri per l’assegnazione verranno definiti con decreto del Ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica. Inoltre, l’Arera determinerà le modalità applicative e la misura del contributo che verrà erogato in quota fissa e differenziato in base alle zone climatiche.
Non solo energia. Già, perché il Cdm ha ripreso a dialogare anche sul fisco. Sono stati calendarizzati dal 31 marzo al 31 ottobre i termini di pagamento della prima rata per regolarizzare le violazioni di natura formale commesse fino al 31 ottobre 2022. Prorogati al 30 settembre, al 31 ottobre e al 30 novembre i termini per il pagamento della prima, della seconda e della terza rata per il ravvedimento speciale sulle dichiarazioni validamente presentate per il periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2021 e precedenti. Non punibili, tra l’altro, alcuni reati fiscali se versato dovuto.
Fondi per la salute. Il governo è intervenuto anche in materia di salute, stanziando circa 1,1 miliardi di euro in favore di Regioni e Province autonome per limitare l’impatto del payback dei dispositivi medici sulle aziende del settore. Nel pacchetto sanità si prevedono più fondi per gli straordinari dei medici in Pronto soccorso, limiti ai camici bianchi a gettone e l’introduzione di una nuova aggravante per chi aggredisce medici e infermieri e per arginare i fenomeni di violenza in corsia.