Carta d’identità: addio alla parola ‘genitori’, tornano ‘padre’ e ‘madre’
Addio alla parola ‘genitori’, da oggi sulle carte d’identità dei minorenni torna la dicitura ‘padre’ e ‘madre’. Il decreto, voluto dal ministro Salvini e che aveva ricevuto il parere contrario del Garante della Privacy e dal M5s, è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale.
Il nuovo corso del governo, sempre più allineato allo stile Familiy Day, dunque non si ferma, nemmeno davanti al parere dato il 31 ottobre 2018 dal Garante su richiesta dello stesso Governo, che gli chiedeva di valutare l’eventuale modifica delle informazioni riportate sulla carta di identità elettronica dei minorenni proprio riguardo alla indicazione di chi può richiedere il rilascio del documento.
Per il Garante,la modifica della parola ‘genitore’non sarebbe stata attuabile: per gli evidenti effetti discriminatori per il minore affidato non ai genitori biologici ma a chi esercita il ruolo in base a un atto atto di nascita all’estero, a una adozione o al riconoscimento di un’adozione all’estero tra persone dello stesso sesso.
Il decreto è stato firmato dal ministero dell’Interno, da quello della Pubblica amministrazione e da quello dell’Economia e porta la data del 31 gennaio 2019. La nuova norma prevede l’utilizzo dei termini ben specifici di “padre” e “madre” ogni qual volta appaia nel decreto che predispone le “modalità tecniche di emissione della carta d’identità elettronica”.
Lo scorso novembre era stato lo stesso ministro Salvini a proporre il reintegro di “padre” e “madre”, prendendosi il “no” non solo dell’Anci e del Garante della Privacy ma anche degli alleati di governo del Movimento 5 Stelle.
La sindaca di Torino, Chiara Appendino, in merito ha dichiarato: “Noi rimaniamo dell’idea che sia giusto il passo in avanti che si è fatto e che la posizione di Salvini sia un passo indietro. Noi continueremo per la nostra strada e non faremo marcia indietro”.