Caso Cospito, Delmastro condannato a 8 mesi. Meloni: “Resta al suo posto”

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Il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, condannato dal tribunale di Roma a 8 mesi di reclusione per rivelazione di segreto d’ufficio, in relazione al caso dell’anarchico Alfredo Cospitoresterà al suo posto. Lo ha assicurato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni dicendosi “sconcertata per la sentenza di condanna del sottosegretario, per il quale il pubblico ministero aveva inizialmente richiesto l’archiviazione e successivamente l’assoluzione”. “Mi chiedo – ha aggiunto Meloni – se il giudizio sia realmente basato sul merito della questione. Il sottosegretario Delmastro – chiosa – rimane al suo posto“. A difendere Delmastro non è stata soltanto la premier ma anche i colleghi dell’esecutivo. A partire dal ministro della Giustizia Carlo Nordio che si è detto “disorientato e addolorato” per una condanna che “colpisce uno dei collaboratori più cari e capaci”.

Le opposizioni hanno invece chiesto in coro le dimissioni chiamando in causa Meloni. “Lo deve far dimettere”, ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein, la quale bolla come “tecnicamente eversive” le reazioni alla sentenza della premier, di Bignami e dello stesso Delmastro. Il presidente del Movimento Cinque Stelle Giuseppe Conte ha invece dichiarato che “la principale colpevole di questo grave andazzo è Meloni che chiedeva le dimissioni di tutti dall’opposizione e ha perso la coerenza da qualche parte a Colle Oppio”. Più incisivo il leader di Italia VivaMatteo Renzi, che parla di “Repubblica delle banane”.

Al centro del procedimento, come noto, ci sono alcune dichiarazioni fatte in Parlamento dal vicepresidente del Copasir e responsabile organizzazione di FdI Giovanni Donzelli nel febbraio di due anni fa. Il collega di partito di Delmastro riferì alla Camera il contenuto di conversazioni avvenute nell’ora d’aria nel carcere di Sassari tra Cospito – poi protagonista di un lungo sciopero della fame per protestare contro il regime del carcere duro – e detenuti di camorra e ‘Ndrangheta, anche loro al 41 bis. Informazioni che Donzelli aveva avuto proprio dal compagno di partito, con la delega al Dap. Quanto riferito dal sottosegretario a Donzelli faceva parte di una informativa proveniente dall’amministrazione penitenziaria, su cui era apposta la dicitura “a limitata divulgazione“, predisposta sulla base dell’osservazione in carcere dei detenuti e che lo stesso Delmastro aveva chiesto di visionare.

I colloqui indicavano l’auspicio che quella contro il carcere duro diventasse una battaglia comune tra boss mafiosi e l’anarchico. I giudici hanno riconosciuto al sottosegretario le attenuanti generiche, la sospensione della pena e applicato l’interdizione di un anno dai pubblici uffici. Respinte, invece, le richieste di risarcimento avanzate dalle parti civili, quattro parlamentari del Pd che avevano incontrato Cospito nel carcere di Sassari ed erano stati attaccati in aula da Donzelli. Nel corso del processo è stato ascoltato lo stesso sottosegretario. “Se un documento mi arriva senza classificazione – ha chiarito nell’udienza del 12 dicembre scorso – io lo posso utilizzare, se arriva classificato io invece non posso utilizzarlo e quindi resto muto”.