Cdm: stop al Salva-Roma. Ira di Conte contro Salvini
Nel governo è caos totale. A spaccare ulteriormente la maggioranza giallo – verde, al termine di una giornata ad alta tensione, è la norma Salva-Roma. Il Consiglio dei ministri, alla fine, vede il vicepremier Matteo Salvini ottenere quanto aveva annunciato prima del Cdm alle telecamere: lo stralcio di gran parte della norma Salva Roma dal decreto crescita, in particolare dei commi 2,3,4,5 e 6. Una mossa, quella del leader della Lega, che fa infuriare il premier Giuseppe Conte. “Non siamo tuoi passacarte”, avrebbe detto il capo del governo a Salvini invitandolo ad avere rispetto per l’organo collegiale di governo.
A notte fonda, Conte in un post su Facebook prova a stemperare i toni, scrivendo che nel Cdm sul decreto crescita “è stato definito un percorso normativo a sostegno dei Comuni, a partire da Roma, in difficoltà finanziaria, sul quale il Parlamento potrà intervenire ancora in sede di conversione”.
Ma le scorie della riunione non finiscono qui. Il M5S perde in Cdm ma annuncia battaglia in sede di conversione di legge del decreto e avverte Salvini che non farà sconti sulla vicenda Siri. I pentastellati pongono la questione al centro delle battute iniziali del Cdm, mantenendo il punto sulla necessità che il sottosegretario leghista si dimetta.
“La Lega è soddisfatta, i debiti della Raggi non saranno pagati da tutti gli italiani ma restano in carico al sindaco” esulta Matteo Salvini a fine serata. “La norma è stata approvata a metà, con i commi 1 e 7. E’ un punto di partenza, sul resto decideranno le Camere“, replicano fonti di governo M5S. Mentre, dal Campidoglio, la reazione allo stralcio della norma è secca. Se la norma alla fine non passasse Lega avrebbe fatto un dispetto a tutti i romani, sarebbe stato lo sfogo della sindaca Virginia Raggi ai suoi.
Via libera, invece, alle norme che riguardano il rimborso degli investitori travolti dai crac delle banche degli anni scorsi, con aumento del tetto del ristoro da 100 a 200mila euro, all’ingresso del Tesoro in Alitalia e al pacchetto di normative che dovrebbero – nelle intenzioni del governo – aiutare l’Italia produttiva a recuperare slancio dopo la recessione della seconda metà del 2018.