Cecilia Sala, i familiari chiedono il silenzio stampa: “Momento delicato e preoccupante”
Stop alle notizie su Cecilia Sala, la giornalista arrestata in Iran il 19 dicembre e portata nel carcere di Evin a Teheran. Lo chiede la sua famiglia che ha invocato il silenzio stampa in un momento che definisce “complicato e molto preoccupante”. Dunque, mentre la diplomazia italiana è al lavoro per liberare dal carcere la 29enne, la stampa si ferma su precisa richiesta dei familiari. Che, di fatto, sono stati subito accontentati: quasi scomparsi sui media le dichiarazioni politiche e le ricostruzioni della vicenda. Annullate, inoltre, le manifestazioni di protesta in chiave anti Teheran, tra cui quella dei Radicali, che hanno deciso di rinunciare al corteo del 6 gennaio davanti ai locali dell’ambasciata iraniana a Roma.
Una fase delicata. L’hanno definito così i genitori di Cecilia questo momento emotivamente doloroso per loro. E in effetti è così, anche se il popolo italiano è al loro fianco. “In questi giorni abbiamo sentito l’affetto, l’attenzione e la solidarietà delle italiane e degli italiani e del mondo dell’informazione e siamo molto grati per tutto quello che si sta facendo. La fase a cui siamo arrivati è, però, molto delicata e la sensazione è che il grande dibattito mediatico su ciò che si può o si dovrebbe fare rischi di allungare i tempi e di rendere più complicata e lontana una soluzione”, si legge nell’appello della famiglia della giornalista Sala. “Per questo abbiamo deciso di astenerci da commenti e dichiarazioni e ci appelliamo agli organi di informazione chiedendo silenzio stampa”.
Ieri (3 gennaio) c’era stato un vertice a Palazzo Chigi per chiarire la situazione e – soprattutto – per delineare la direzione da prendere. Il risultato minimo cui l’Italia sta puntando è l’ottenimento di condizioni dignitose per Sala, in ottica di una liberazione immediata. “A tutti i detenuti – ha rimarcato il governo nella nota dopo l’incontro – è garantita parità di trattamento nel rispetto delle leggi italiane e delle convenzioni internazionali”. La madre di Sala, Elisabetta Vernoni, ha poi incontrato la premier Giorgia Meloni: “Cerca di essere un soldato Cecilia, cerco di esserlo io. Però le condizioni carcerarie per una ragazza di 29 anni che non ha compiuto nulla devono essere quelle che non la possano segnare per tutta la vita”.