Commissione Ue, in stallo il voto sui vicepresidenti. Rischia anche Fitto
A Bruxelles tira una brutta aria dopo lo stallo sulle nomine dell’esecutivo Ue. Nelle ultime ore è slittato il voto sui 6 vicepresidenti della Commissione europea, tra cui l’italiano Raffaele Fitto. E per provare a risolvere la fumata grigia è dovuta intervenire anche la presidente Ursula von der Leyen, che ha prima di tutto incontrato i capigruppo di Ppe, Socialisti e Renew sul dossier. Ma il faccia a faccia è terminato in un nulla di fatto. “Tutti i canali di comunicazione restano aperti”, hanno detto fonti socialiste. Eppure in serata è arrivato lo strappo, con alcune fonti che hanno fatto sapere come “si sia rotta completamente la fiducia con il Ppe”.
Insomma l’esecutivo di von der Leyen rischia di saltare ancora prima di cominciare. In giornata era emerso che “c’è un processo in corso. La presidente della Commissione è in costante comunicazione con le sue controparti nel Parlamento europeo. Non entriamo nei dettagli di ogni singola riunione del Parlamento europeo e di ogni messaggio. Ci auguriamo che il collegio possa iniziare il suo lavoro il prima possibile”, ha detto il portavoce della Commissione europea, Eric Mamer. Ma intanto da diverse fonti parlamentari socialiste emerge la linea con la quale il gruppo S&D si è presentato all’incontro con la presidente della Commissione Ue assieme ai leader del Ppe e di Renew. Ovvero quella di votare “prima i 5 candidati vicepresidenti di Ppe, Socialisti e Renew, poi si parlerà della nomina di Raffaele Fitto”.
Fitto che nelle ore precedenti alle discussioni aveva tenuto la sua audizione all’Eurocamera, anche se il suo incarico da vice presidente esecutivo della Commissione è ancora un rebus. Le tre forze della maggioranza Ppe, Socialisti e Liberali, di fronte a uno stallo carico di tensioni si sono viste costrette a rinviare il voto, optando per una decisione contestuale per i sei vice presidenti in pectore. Il gioco dei veti reciproci, con Fitto e Teresa Ribera nella veste degli elementi maggiormente sotto attacco, hanno reso le audizioni quasi superflue. Ora Ursula von der Leyen è chiamata a una corsa contro il tempo per riuscire ad avere una Commissione operativa il primo dicembre.