Consiglio dei Ministri, sul tavolo arriva la terza manovra del governo Meloni
La legge di Bilancio arriva a sorpresa e con una settimana d’anticipo rispetto al previsto. E’ la terza manovra del governo Meloni. La legge sarà già oggi sul tavolo del consiglio dei ministri, inizialmente fissato per varare solo il Documento programmatico di bilancio da inviare a Bruxelles.
Un’accelerazione, secondo alcune fonti, dettata dalla necessità di rispettare i tempi Ue e anche dall’intenzione di rispettare la scadenza interna che vorrebbe la manovra inviata al parlamento entro il 20 ottobre.
Dalla conferma del taglio del cuneo fiscale e dell’accorpamento delle aliquote Irpef al pacchetto natalità, spending review nei ministeri ma anche un contributo da parte delle banche: sono alcuni dei punti chiave della Manovra che dovrebbe pesare tra i 23 e i 25 miliardi.
Irpef e cuneo fiscale. La conferma del taglio del cuneo dovrebbe diventare strutturale così come l’Irpef a tre aliquote, questi sono i due punti fermi della Manovra. E per quanto riguarda il taglio del cuneo l’azione potrebbe essere doppia. Dal prossimo anno il taglio potrebbe rimanere contributivo per i redditi fino a 20mila euro, per poi trasformarsi in fiscale, con un aumento delle detrazioni per il lavoro dipendente fino a 35mila euro. A quel punto partirebbe un decalage, piuttosto rapido, fino a 40mila euro. Questo eviterebbe uno scalone. Se i fondi in arrivo dal concordato preventivo e dal ravvedimento collegato saranno sufficienti, il governo potrebbe poi ridurre l’aliquota Irpef intermedia, che va fino a 50mila euro di reddito, da 35 a 33 punti.
Il pacchetto natalità è l’altro punto importante della Manovra che dovrebbe prevedere un sostegno alla natalità e alle famiglie attraverso lo strumento dell’assegno unico o con detrazioni mirate alle fasce più deboli.
La spending review dovrebbe portare almeno 3 miliardi con i ministeri che dovranno comunicare dove intendono risparmiare.
La spesa sanitaria comunque, non sarà tagliata. Il ministro Schillaci si è detto fiducioso che rispetto ai 5 miliardi stanziati nella legge di bilancio dello scorso anno potrebbe esserci un aumento intorno ai 2 miliardi.
Fondi alla legge di bilancio dovrebbero arrivare da un contributo di solidarietà da parte degli istituti bancari più grandi ma non è escluso che possa riguardare anche altri settori come quello delle imprese energetiche o le assicurazioni. La trattativa con le banche è in corso.
Per la Pa il ministro Paolo Zangrillo assicura stanziamenti per i contratti 2025/27, mentre sul fronte delle pensioni si punta a perfezionare il bonus Maroni, incentivando chi sceglie di rimanere al lavoro. Si punta anche a confermare nel 2025 il bonus ristrutturazioni al 50%, ma solo per le prime case: per tutte le altre da gennaio scenderà al 36%.
Il governo è dunque pronto, stasera, a svelare le carte. Resta però alta la preoccupazione delle opposizioni, che attendono di capire l’entità dei tagli. Il Pd va in pressing e accusa il governo: la politica economica del governo Meloni, attacca la leader Dem Elly Schlein, è sempre la stessa, tagli e un fisco distorto con condoni e quant’altro.