Conte: “Subito verifica di maggioranza, poi Recovery”. Sul vaccino: “No all’obbligo”
Basta vivacchi, l’Escutivo “non può permettersi di galleggiare”. Non usa giri di parole il presidente del Consiglio Giuseppe Conte che nella consueta conferenza stampa di fine anno, dopo il minuto di silenzio in ricordo delle vittime del Covid, entra subito nel cuore del dibattito politico di questi giorni, chiedendo alle forze di maggioranza una sterzata decisiva.
La conferenza, organizzata dall’Ordine dei giornalisti in collaborazione con l’Associazione della Stampa Parlamentare, a Villa Madama a Roma, è l’occasione per parlare agli italiani della lotta al coronavirus: dal piano vaccini alle eventuali riaperture post-Epifania. Ma è anche la sponda ideale per una replica a Matteo Renzi – che minaccia la tenuta dell’esecutivo – e ai malumori che animano la maggioranza sul Recovery Plan sul quale, precisa Conte, serve subito una “sintesi politica”. È “urgente” arrivare subito a un accordo, perché il governo “non può permettersi di disperdere il patrimonio di fiducia e di credibilità” che si è costruito in Italia e in Europa. Ma, “se verrà meno la fiducia di un partito, andrò in Parlamento“. Occorre “accelerare” la cosiddetta verifica di maggioranza, spiega, così da affrontare “nei primi giorni di gennaio” il Recovery Plan, da consegnare poi alle “parti sociali e alle Camere” per definirlo in via definitiva “a febbraio“.
E a chi gli chiede del leader di Italia Viva Conte risponde: “Il premier non sfida nessuno, ha la responsabilità di una sintesi politica e di un programma di governo. Per rafforzare la fiducia e la credibilità del governo e della classe politica bisogna agire con trasparenza e confrontarsi in modo franco. E’ chiaro che non si può governare senza la coesione delle forze di maggioranza, si può vivacchiare“, ripete più volte il capo del governo. Per questo “il passaggio parlamentare è fondamentale“, afferma Conte, confermando la possibilità di ‘testare’ la tenuta della maggioranza proprio con il voto dell’Aula sul Recovery Plan. Il premier cita poi Aldo Moro e spiega che gli “ultimatum non sono ammissibili”. “Io sono per il dialogo”, ripete. “Noi stiamo lavorando al futuro del Paese, stiamo lavorando per il Recovery Plan, abbiamo fatto una manovra espansiva di 40 miliardi, lavoriamo al Bilancio europeo, sono qui per programmare il futuro. Non potrei distogliermi da questo per impegnarmi in una campagna elettorale“, sottolinea Conte.
Ma Conte affronta anche il nodo Mes sul quale – dice – “sarà il Parlamento a dover decidere” e soprattutto il tema della delega ai Servizi, altro argomento al centro delle critiche di Renzi: “Chi chiede al premier di abbandonare la delega deve lui spiegare perché: è una prerogativa del premier. Altrimenti dobbiamo cambiare la legge“.
A proposito del vaccino Conte annuncia: “Io stesso per dare il buon esempio lo farei subito ma è giusto rispettare le priorità approvate dalle Camere”. Il premier tuttavia confida in una vaccinazione di massa ed esclude al momento l’obbligatorietà. “Io chiedo a tutti uno sforzo, mettiamo una parte le ideologie e le reazione emotive, compiamo un atto di solidarietà verso tutta la comunità nazionale, sottoponiamoci al vaccino”.
Sul nodo scuola e trasporti, restano i punti “più critici” – specifica il presidente del Consiglio – e a marzo la fine del blocco dei licenziamenti è “uno scenario molto preoccupante“.