Contratto di Governo: i punti di un eventuale governo giallo-verde
Sebbene la bozza non sia definitiva, le pagine del contratto di governo tra M5S e Lega delineano abbastanza chiaramente quelli che saranno i punti cardine di un eventuale esecutivo gialloverde. Un documento di una quarantina di pagine in cui non ci sarebbe più l’opzione di uscita dall’euro ed entra invece il capitolo vaccini.
Partiamo dalla nascita di un Comitato di Conciliazione: un organismo volto a “risolvere i problemi e le divergente rilevanti” tra le forze. Il Comitato è composto dal presidente del Consiglio, dal capo politico del MoVimento 5 Stelle, dal segretario federale della Lega, dai presidenti di gruppo parlamentare di Camera e Senato di Lega e M5S e dal ministro competente per materia. Il Comitato delibera a maggioranza dei due/terzi dei componenti.
E c’è anche un codice etico per i membri del Consiglio dei ministri: sebbene non definitivo nella bozza si legge che “non possono entrare a far parte del governo soggetti che abbiano riportato condanne penali, anche non definitive, per i reati dolosi di cui all’articolo 7 del decreto legislativo 31 dicembre 2012, n. 235 (legge “Severino”), nonché́ per i reati di riciclaggio, auto-riciclaggio e falso in bilancio; siano a conoscenza di indagini o siano sotto processo per reati gravi (ad esempio: mafia, corruzione, concussione, etc.); appartengano alla massoneria o si trovino in conflitto di interessi con la materia oggetto di delega”.
Si passa poi al cavallo di battaglia di entrambe le formazioni ovvero il superamento della Legge Fornero: la bozza prevede lo stanziamento di 5 miliardi per agevolare l’uscita dal mercato del lavoro delle categorie ad oggi escluse. “Daremo fin da subito la possibilità di uscire dal lavoro quando la somma dell’età e degli anni di contributi del lavoratore è almeno pari a 100 – si legge – con l’obiettivo di consentire il raggiungimento dell’età pensionabile con 41 anni di anzianità contributiva, tenuto altresì conto dei lavoratori impegnati in mansioni usuranti”. Tra gli obiettivi anche separare previdenza e assistenza e prorogare l”opzione donna’ che permette alle lavoratrici con 57-58 anni e 35 di contributi di andare in quiescenza subito, optando in toto per il regime contributivo. “Prorogheremo tale misura sperimentale, utilizzando le risorse disponibili”.
Prevista inoltre una sforbiciata al numero di parlamentari: “Occorre partire dalla drastica riduzione del numero dei parlamentari: 400 deputati e 200 senatori” si legge in un paragrafo. Per i relatori del documento ciò renderà “più agevole organizzare i lavori delle Camere” e “più efficiente l’iter di approvazione delle leggi, senza intaccare in alcun modo il principio supremo della rappresentanza, poiché resterebbe ferma l’elezione diretta a suffragio universale da parte del popolo per entrambi i rami del Parlamento e non se ne snaturerebbero natura e funzioni. Sarà in tal modo possibile conseguire anche ingenti riduzioni di spesa poiché il numero complessivo dei senatori e dei deputati risulterà quasi dimezzato”.
Nello stesso paragrafo dedicato a taglio degli eletti c’è anche l’introduzione del vincolo di mandato popolare contro i cambi di casacca: “E’ necessario introdurre espressamente il ‘vincolo di mandato popolare’ per i parlamentari – si legge – per rimediare al sempre più crescente fenomeno del trasformismo. Del resto, altri ordinamenti, anche europei, prevedono il vincolo di mandato per i parlamentari; è noto l’articolo 160 della Costituzione portoghese, il quale dispone che il deputato decade dal mandato semplicemente se si dimette dal gruppo parlamentare del suo partito e contemporaneamente si iscrive al gruppo di un’altra fazione politica”.
Prevista anche la revisione della ‘Buona scuola’: “Particolare attenzione dovrà essere posta al problema delle maestre diplomate” e in programma anche “una revisione del sistema di reclutamento dei docenti”, il superamento della ‘chiamata diretta’ e dell’alternanza scuola-lavoro, un sistema definito “inefficace”.
Si accantona al momento l’uscita dall’euro: fonti 5 Stelle assicurano che nel documento ultimato non si fa accenno all’addio alla moneta unica. Nella versione semidefinitiva del documento, nella parte che ha ottenuto il via libera del tavolo tecnico già ieri, è prevista la revisione del contributo italiano all’Ue. “Sotto il profilo del budget – si legge – occorre ridiscutere il contributo italiano alla Ue in vista della programmazione settennale imminente con l’obiettivo di renderla coerente con il presente contratto di governo”.
In materia lavoro: si sottolinea la necessità di introdurre per legge un salario minimo orario e una revisione del ‘libretto famiglia’ che ha sostituito i vecchi voucher. L’obiettivo è introdurre “un apposito strumento, agile ma chiaro e semplice, che non si presti ad abusi, attivabile per via telematica attraverso un’apposita piattaforma digitale, per la gestione dei rapporti di lavoro accessorio”.
C’è poi il capitolo ambiente: che punta su green-economy, energie rinnovabili ed economia circolare ma che si occupa anche dell’Ilva. In merito all’azienda di Taranto, si garantisce l’impegno “a concretizzare i criteri di salvaguardia ambientale secondo i migliori standard mondiali a tutela della salute dei cittadini del comprensorio di Taranto, proteggendo i livelli occupazionali e promuovendo lo sviluppo industriale del Sud, attraverso un programma di riconversione economica basato sulla chiusura delle fonti inquinanti”.
Sull’agricoltura: l’obiettivo “è quello di difendere la sovranità alimentare dell’Italia e tutelare le eccellenze del Made in Italy”. Prioritaria, in tal senso, la “tutela del Made in Italy” e l’adozione “di un sistema di etichettatura corretto e trasparente che garantisca una maggiore tutela dei consumatori”.
Sul fronte cultura e turismo: si intende valorizzare “i musei, i siti storici, archeologici e UNESCO” e a una riforma del sistema di finanziamento per i progetti artistici.
Prevista la nascita di un ministero della disabilità: al fine di consentire alle persone con disabilità di vivere in maniera indipendente e di partecipare pienamente a tutti gli ambiti della vita”.
Per la difesa: è considerata prioritaria “la tutela del personale delle forze armate” e “dell’industria italiana del comparto difesa”. Previste anche la “progettazione e costruzione navi, aeromobili e sistemistica high tech”. Sempre sul fronte difesa si sottolinea la necessità di nuove assunzioni nelle forze dell’ordine, aumento delle dotazioni e dei mezzi e la rivalutazione della presenza dei contingenti italiani nelle singole missioni internazionali.
Sul fronte del gioco d’azzardo: si stabiliscono una serie di misure per contrastare il fenomeno della dipendenza come: “divieto assoluto di pubblicità e sponsorizzazioni; trasparenza finanziaria per le società dell’azzardo; strategia d’uscita dal machines gambling (Slot machines, videolottery) e forti limitazioni alle forme di azzardo con puntate ripetute”. Viene introdotto inoltre “l’obbligo all’utilizzo di una tessera personale per prevenire l’azzardo minorile” e la “tracciatura di flussi di denaro per contrastare l’evasione fiscale e infiltrazioni mafiose”.VLT solo in luoghi definiti (no bar, distributori ecc), limitazione negli orario di gioco e l’aumento della distanza minima dai luoghi sensibili (scuole e centri di aggregazione giovanile)”.
Tra i punti dell’accordo anche l’abolizione del Cnel: “Altre questioni da affrontare in termini costituzionali – si legge – sono: l’abolizione del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro, istituzione rivelatasi inefficace rispetto agli scopi per i quali era stata concepita, e l’affermazione del principio della prevalenza della nostra Costituzione sul diritto comunitario, sul modello tedesco, fermo restando il rispetto dell’articolo 11 della Costituzione”.
E ancora, chiusura dei campi rom irregolari: “Ad oggi circa 40.000 Rom vivono nei campi nomadi, di cui 60% ha meno di 18 anni. Necessarie azioni per arginare questo fenomeno sono: chiusura di tutti i campi nomadi irregolari in attuazione delle direttive comunitarie; contrasto ai roghi tossici; obbligo di frequenza scolastica dei minori, pena allontanamento dalla famiglia o perdita della potestà genitoriale”.
Per una maggiore equità sociale, si ritiene altresì necessario un intervento finalizzato al taglio delle pensioni d’oro (superiori ai 5.000,00 euro netti mensili) non giustificate dai contributi versati”.
Nello stesso paragrafo del taglio delle pensioni si affronta il nodo dei costi della politica, altro tema caro ai 5 Stelle. “Riteniamo doveroso intervenire nelle sedi di competenza per tagliare i costi della politica e delle istituzioni, eliminando gli eccessi e i privilegi. Occorre inoltre ricondurre il sistema previdenziale, al sistema previdenziale vigente per tutti i cittadini, anche per il passato”.
Il capitolo sui migranti titola ‘Immigrazione: rimpatri e stop al business”. Sono previsti rimpatri più facili per gli irregolari, le parti invece evidenziate in rosso – dunque da decidere dai due leader – riguardano le sedi di permanenza temporanea, ma anche il capitolo, caro a Salvini, dell’”istituzione di un registro dei ministri di culto, lo svolgimento delle prediche in lingua italiana e la tracciabilità dei finanziamenti per la costruzione delle moschee e, in generale, dei luoghi di culto, anche se diversamente denominati”.
Toccati inoltre i temi che riguardano le sanzioni alla Russia,Tav e diesel, il conflitto d’interessi e il capitolo vaccini.
Anche il reddito di cittadinanza entra a pieno titolo nel contratto di governo, assieme alla pensione di cittadinanza: fissate entrambe a 780 euro mensili, unica parte da sottoporre all’attenzione dei due leader – a meno di interventi – è “l’arco temporale di due anni” per il sussidio previsto per gli inoccupati.
Infine per quanto riguarda la flat tax: nella bozza risalente a martedì scorso, si individuano “due aliquote fisse al 15% e al 20% per persone fisiche, partite Iva e famiglie; per le famiglie è prevista una deduzione fissa di 3.000 euro sulla base del reddito familiare; un’aliquota fissa al 15% per le società”.