Coronavirus, Conte al Senato: nuovo decreto per altri 50 miliardi. Su trattative Ue: nessun compromesso al ribasso
Alla vigilia del consiglio europeo del 23 aprile, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte si è presentato in Senato per l’informativa sull’emergenza coronavirus, la seconda dall’inizio della crisi sanitaria.
Davanti all’Aula di Palazzo Madama, il premier ha parlato, in primis, della situazione nel Paese e di come il governo intende muoversi in vista della ripartenza graduale. “Si prospetta una fase molto complessa”, ha ammesso Conte riconoscendo di dover “procedere ad un allentamento del regime attuale delle restrizioni e fare il possibile per preservare l’integrità del nostro tessuto produttivo. Il motore del Paese deve avviarsi ma sulla base di un programma ben strutturato”.
Sulla risposta sanitaria, il capo del governo ha parlato di una “strategia in cinque punti“. 1. Mantenere e fare rispettare il distanziamento sociale, promuovere l‘utilizzo di mascherine e Dpi fino al vaccino; 2.
Rafforzare le reti sanitarie sul territorio come arma più efficace per la lotta al virus, con particolare attenzione alle case di cura; 3. Intensificare la presenza di Covid-hospital per la gestione dei pazienti infetti e ridurre i rischi di contagio nelle strutture sanitarie; 4. Uso corretto dei test, sia tamponi che test sierologici; 5. Rafforzamento della strategia di mappatura dei contatti sospetti con l’utilizzo delle nuove tecnologie. Su quest’ultimo punto Conte ha chiarito che l’App Immuni sarà offerta su base volontaria, non obbligatoria, “faremo in modo che chi non vorrà scaricarla non subirà limitazioni o pregiudizi.”
Per quanto riguarda le riaperture, il premier ha parlato della necessità che ci si muova in maniera coordinata: “Stiamo elaborando un programma di progressive riaperture che sia omogeneo su base nazionale e che ci consenta di riaprire buona parte delle attività produttive e anche commerciali tenendo sotto controllo la curva del contagio”. E la soglia del contagio di riferimento “vogliamo che sia commisurata alla recettività delle strutture ospedaliere delle aeree di riferimento”. Quello della fase 2 è “uno dei passaggi più sensibili e complessi. Lo ripeto, un’avventatezza in questa fase può compromettere tutti i sacrifici che i cittadini con responsabilità e disciplina hanno affrontato fin qui”.
Quindi Conte ha parlato del nuovo decreto, che, ha annunciato, non sarà inferiore a 50 miliardi per un totale di 75 dall’inizio della crisi: “Le recenti previsioni del Fmi stimano una caduta del 9,1% del Pil. Di fronte a questo quadro dobbiamo potenziare ulteriormente la risposta di politica economica, perciò il governo invierà brevissimo al Parlamento un’ulteriore relazione con una richiesta di scostamento pari a una cifra ben superiore a quella stanziata a marzo. Sarà una cifra non inferiore a 50 miliardi di euro, con intervento complessivo che, sommando i precedenti 25 miliardi, sarà non inferiore a 75 miliardi“.
Il premier ha detto di sapere che le necessità maggiori arrivano dalle fasce più fragili: “Questa emergenza incide sulle fasce più fragili, rischia di creare nuove povertà e lacerare un tessuto sociale già provato. Abbiamo già compiuto alcuni passi. Il governo però è consapevole che questi interventi non sono sufficienti: occorre un sostegno alle famiglie e alle imprese prolungato nel tempo ancora più incisivo”.
Inevitabile, per Conte, non affrontare in Senato il tema delle misure europee per il sostegno alla crisi dovuta alla pandemia. “L’Unione europea e l’Eurozona non possono permettersi di ripetere gli errori commessi nella crisi finanziaria del 2008, quando non si riuscì a dare una risposta comune”, ha precisato Conte. “E’ un rischio – ha proseguito – che non ci possiamo permettere di correre perché il fallimento nel produrre una risposta adeguata e coraggiosa provocherebbe un grave danno allo stesso progetto europeo”.
Poi, sul Mes (il cosiddetto Fondo salva-Stati): “Rifiutare la linea di credito che offre sarebbe un torto agli altri Paesi, ma l’Italia ha bisogno di altro. I criteri del Mes sono inaccettabili per la natura di questa crisi”. Parole che hanno suscitato il malumore dell’opposizione, con esponenti dei partiti che hanno protestato con urla indirizzate al presidente del Consiglio, costretto ad interrompere la sua informativa per alcuni minuti. Poi, l’annuncio di Conte: “Nell’Unione europea ci sono altri otto Paesi disposti a nuove misure di sostegno economico. Non accetteremo un compromesso al ribasso”. Bisogna costruire un Economic Recovery Fund per contrastare la crisi”.