Covid-19: Conte proroga l’emergenza fino al 15 ottobre, ma le opposizioni non ci stanno
Atteso stasera il via libera da parte del Cdm alla proroga dello stato d’emergenza coronavirus fino al 15 ottobre, approvata ieri in Senato e che stamattina verrà portata da Conte alla Camera. Il premier definisce la proroga come “inevitabile e legittima”, visto che “il virus continua a circolare”. Ma le opposizioni attaccano.
Per Giorgia Meloni di FdI: “Conte mente”. “Sta sostenendo ora al Senato che senza lo stato di emergenza il governo non è in grado di fare normalissimi decreti, decreti legge, ordinanze. Questa è una grossolana menzogna e una pericolosissima deriva liberticida”.
“Che cosa diciamo al resto del mondo? Che cosa diciamo agli investitori che pensavano magari di voler tornare a investire in Italia? Diciamo che siamo il focolaio dell’Europa. In tutta l’Eruopa non c’è nessun altro Paese che ha prorogato lo stato di emergenza. La proroga serve al governo per occuparsi della salute dei ministri e del presidente del Consiglio non della salute dei cittadini…”, ha quindi aggiunto la Meloni.
A stretto giro la replica del premier: è “una scelta non lesiva della nostra immagine all’estero, come Paese non sicuro per i turisti. E’ vero il contrario, garantisce un Paese più sicuro per tutti”, ha spiegato ancora Conte sottolineando: “L’Italia è vista da tutti come un Paese sicuro in grado di garantire, grazie alle misure di monitoraggio e prevenzione, la sicurezza della vita sociale e economica”.
Per Conte, quindi, “questo dibattito parlamentare dovrebbe attenersi ai profili giuridici della decisione, una impropria drammatizzazione del significato degli effetti della proroga crea un potenziale nocumento dell’immagine del Paese all’estero”.
Sconcertata la Lega: in un cordiale colloquio con il Capo dello Stato Sergio Mattarella, il leader della Lega Matteo Salvini ha espresso grande sconcerto e preoccupazione per la volontà del governo di prolungare lo stato di emergenza in assenza di giustificazioni sanitarie e giuridiche a supporto della scelta. Preoccupazione è stata espressa dal leader leghista anche per l’aumento esponenziale degli sbarchi di queste settimane, per l’assoluto caos sulla scuola a proposito della riapertura, sulle assunzioni e riguardo al futuro degli otto milioni di studenti italiani e dei 200mila insegnanti precari. Salvini ha anche sottolineato il rammarico per l’ennesimo mancato coinvolgimento dell’opposizione sull’ultimo decreto economico.
Conte, punto per punto, nel suo intervento ha però confutato le tesi dell’opposizione. “Lo stato di emergenza non dà potere di emanare i Dpcm, che solo una norma di rango primario può dare”, sottolinea il premier difendendo la legittimità giuridica dello stato di emergenza, benché non sia previsto espressamente dalla Costituzione. “Dal 2014 ad oggi è stato dichiarato lo stato di emergenza 150 volte e 84 volte è stato prorogato”, ricorda il premier illustrando le diverse, “necessarie”; conseguenze che ha la misura: dal mantenimento delle ordinanze emanate dalla Protezione al potere di coordinamento affidato allo stesso Borrelli, fino ai poteri straordinari assegnati ai soggetti attuatori, governatori delle Regioni compresi. Tra le misure che perderebbero effetto senza la proroga, “c’è anche il noleggio di navi per la sorveglianza sanitaria dei migranti e non sfugge a nessuno di quanto sia attuale il ricorso a questo strumento”, puntualizza il premier. Non solo. Lo stato di emergenza, spiega il premier, permette anche al commissario Domenico Arcuri di provvedere alle misure straordinarie per la scuola, come l’acquisto dei banchi.
Intanto, il Comitato tecnico scientifico ha segnalato che “sebbene la curva di contagi e l’impatto sul Ssn si siano notevolmente ridotti, ed è un dato che ci rinfranca, i numeri registrati dicono che il virus continua a circolare nel Paese – ha quindi spiegato Conte -. E la situazione internazionale resta preoccupante e ciò che accade nei Paesi a noi vicini ci impone un’attenta vigilanza”. Il capo del governo ha sottolineato come l’emergenza coronavirus abbia “i tratti di un processo in continua e imprevedibile evoluzione che ancora oggi, seppure in misura contenuta e territorialmente circoscritta, non ha ancora esaurito i suoi effetti”.