Crippa: “Dopo parole di Emiliano, il Comune di Bari va sciolto”. Decaro: “Mai stato a casa della sorella del boss”
Dopo le parole del governatore pugliese Emiliano sul sindaco di Bari Antonio Decaro, il vicesegretario della Lega, Andrea Crippa, avverte: “Il Comune va sciolto, il Viminale proceda quanto prima. Dopo l’autodenuncia di Emiliano è impossibile continuare ad avere in carica un presidente di Regione e un sindaco che si affidano alla sorella di un boss”.
Il sindaco di Bari, Antonio Decaro, in riferimento alle parole dette pronunciate dal governatore pugliese che aveva raccontato di averlo accompagnato a casa della sorella del boss Capriati, ha dichiarato: “Emiliano non ricorda, mai stato a casa sorella boss” “Per quanto attiene a quell’episodio in particolare, di quasi venti anni fa, Emiliano non ricorda bene. È certamente vero che lui mi diede tutto il suo sostegno, davanti alle proteste di buona parte del quartiere, quando iniziammo a chiudere Bari Vecchia alle auto, ma non sono mai andato in nessuna casa di nessuna sorella”.
In merito alla vicenda il vice presidente della commissione Antimafia, Mauro D’Attis ha dichiarato: “Le dichiarazioni rese pubblicamente dal presidente Emiliano sono degne di un approfondimento della commissione antimafia”. D’Attis poi prosegue: “Sul caso di Bari oltre che acquisiti tutti gli atti, va programmata anche una serie di audizioni. Tra queste quella di Antonio Di Matteo, ex presidente dell’Amtab, la municipalizzata di Bari che oggi su un quotidiano locale parla di concorsi truccati, denunce e, soprattutto omertà: parole che disegnano un quadro gravissimo, patologico, che merita un attento approfondimento in tutte le sedi”.
Le parole del governatore pugliese Emiliano Dal palco della manifestazione: “Giù le mani da Bari”, Emiliano ha raccontato un episodio avvenuto quando lui era sindaco (di Bari) e Decaro assessore: “Sento bussare alla porta. Entra Decaro bianco come un cencio e mi dice che era stato in piazza San Pietro e uno gli aveva messo una pistola dietro la schiena, perché stava facendo i sopralluoghi per la ztl di Bari vecchia. In due andammo a casa della sorella di Antonio Capriati, che era il boss di quel quartiere, e andai a dirle che questo ingegnere è assessore mio e deve lavorare, perché c’è il pericolo che qui i bambini possano essere investiti dalle macchine. Quindi, se ha bisogno di assistenza, te lo affido”.
Dopo le polemiche sollevate dalle parole pronunciate nel corso della manifestazione a Bari, è arrivata poi la nota del governatore della Puglia. “Leggo agenzie nelle quali si fraintende una frase che ventimila persone presenti in piazza hanno perfettamente compreso. Ho raccontato un fatto realmente avvenuto quando chiudemmo al traffico Bari Vecchia. E di fronte a un episodio nel quale avevano invitato il mio assessore ad andarsene dai luoghi dove stava lavorando, andai di persona dalla sorella incensurata del boss Antonio Capriati, che avevo arrestato e fatto rinviare a giudizio e poi condannare per omicidio, per farle capire che le cose erano cambiate, quegli atteggiamenti non erano più tollerati, che potevano rivolgersi all’assessore solo con modi civili ed educati visto che si trovava lì per svolgere il suo lavoro”.
Intervistata tra i vicoli di Bari Vecchia, alla domanda se l’attuale sindaco sia andato a casa sua con Emiliano, Lina Capriati, sorella del boss di Bari Vecchia, Antonio in carcere da oltre 30 anni, chiamata in causa dal presidente della Puglia Michele Emiliano, dice: “Mai visto Decaro, non è mai venuto qui”.