Crisi di governo, Conte si dimette. Sostegno da M5s, Pd e Leu. Ora al Quirinale
E’ terminato a Palazzo Chigi il consiglio dei ministri con il premier Conte che ha comunicato la volontà di dimettersi: “Ringrazio l’intera squadra di governo, ogni singolo ministro, per ogni giorno di questi mesi insieme” così ha detto il premier che ora si recherà al Quirinale. Le consultazioni del capo dello Stato, Sergio Mattarella, non cominceranno prima di domani pomeriggio. Una maggioranza stabile e un governo coeso. Saranno questi i parametri con i quali Sergio Mattarella valuterà i passi che dovranno seguire alle dimissioni di Giuseppe Conte.
“Sostegno e compattezza” hanno espresso i capi delegazione delle forze di maggioranza, Alfonso Bonafede (M5S), Dario Franceschini (Pd) e Roberto Speranza (Leu). La scelta di Conte arriva dopo il fallimento del tentativo di ‘allargamento della maggioranza’, con l’Udc e Forza Italia che si sono chiamate fuori da ogni ipotesi di sostegno al Conte bis, oltre alla quasi certezza di un voto negativo al Senato sulla relazione del Guardasigilli Alfonso Bonafede inizialmente prevista per giovedì prossimo e ora rinviata.
Il Movimento Cinque Stelle definisce il passaggio a un Conte ter inevitabile: “L’unico sbocco di questa crisi scellerata. Un passaggio necessario – prosegue una nota dei capigruppo pentastellati – all’allargamento della maggioranza”. Anche il Pd apre a un nuovo governo guidato ancora da Giuseppe Conte. Il segretario Zingaretti su Twitter ha scritto: “Con Conte per un nuovo Governo chiaramente europeista e sostenuto da una base parlamentare ampia, che garantisca credibilità e stabilità per affrontare le grandi sfide che l’Italia ha davanti”. La vicepresidente del Partito Democratico, Deborah Serracchiani ha detto: “Credo che il Pd abbia dimostrato di essere un partito di grandissima responsabilità, il Pd è unito e c’è bisogno di essere un punto fermo in un percorso strettissimo e complicato. Abbiamo bisogno di rilanciare l’azione di governo e lo abbiamo detto anche prima di questa crisi che è incomprensibile. Il punto imprescindibile è Conte e bisogna allargare e rilanciare l’azione di governo”. Ore critiche quindi soprattutto all’interno della coalizione che, fu, maggioranza.
Acque agitate anche nel centrodestra: la coalizione appare divisa tra chi, come Fratelli d’Italia, non vede alternativa al voto e chi, come Forza Italia, non esclude un governo di unità nazionale. Silvio Berlusconi ha dichiarato: “Non un governo tecnico ma un governo rappresentativo dell’Italia, delle energie migliori del nostro Paese, con un programma chiaro e serio di poche cose da fare e da condividere con l’Europa. Se invece unità nazionale significasse soltanto sommare i voti dell’opposizione a quelli della maggioranza, generando una nuova paralisi, allora non servirebbe a nulla, meglio il voto”. Il segretario della Lega, Matteo Salvini, chiede invece che si fermino i “giochini” di Palazzo e si ridia la parola al popolo per avere un Parlamento e un governo per cinque anni seri e legittimati, scelti dagli italiani. Anche la Presidente di FdI,Giorgia Meloni attacca: “L’Italia non si merita questo schifo”. Nel pomeriggio è previsto un vertice tra Salvini, Meloni, Berlusconi in collegamento dalla Provenza, i centristi dell’Udc e Cambiamo di Toti.