Crisi di Governo, domani Draghi riferisce in Parlamento. Sgomento del Centrodestra
Tra poco più di 24 ore il Governo Draghi conoscerà il suo futuro. E’ prevista per domani infatti la comunicazione al Parlamento del Presidente del Consiglio, che prima riferirà in Senato e successivamente alla Camera. Il tutto per evitare una crollo dell’Esecutivo, dopo che il Capo delle Stato Mattarella ha respinto le dimissioni del Premier.
In queste ore sono frenetici i colloqui tra le parti. Il Partito Democratico, per voce del segretario Letta auspica continuità e chiede a Draghi di restare al Governo, mentre dal Centrodestra viene espressa perplessità per l’incontro che il Premier ha avuto con il segretario dem e non con le forze di maggioranza. Fonti riferiscono che “Sconcerto è stato espresso perché il presidente Mario Draghi ha ricevuto il segretario del Pd e non i leader degli altri partiti della maggioranza”.Forza Italia e Lega si sono riunite in un vertica a Villa Grande, alla presenza di Berlusconi e Salvini.
Secondo Luigi Di Maio “Il direttivo della Camera del gruppo M5s, ora partito di Conte, ha espresso la volontà di votare la fiducia al governo Draghi, al di là della volontà dei vertici”. Così il Ministro degli Esteri e leader del neonato partito Insieme per il Futuro, che ha aggiunto: “Altro fatto politico clamoroso sono le manifestazioni e gli attestati di supporto al governo Draghi affinché possa restare in carica espressi da oltre 1.600 sindaci, dalla società civile, dagli imprenditori, dalla comunità finanziaria e da quella internazionale”.
Secondo il sindaco di Firenze Dario Nardella, “sono oltre 1.900, ma potrebbero superare entro oggi le 2mila, le adesioni dei sindaci che hanno firmato la petizione per Draghi”. Nardella spiega: “Non era mai successo, è un fatto davvero straordinario. È difficile che si mobilitino tanti primi cittadini, peraltro tutti i sindaci delle grandi città. Questo significa che c’è un sentimento trasversale di persone che non vogliono instabilità”.