Ddl Bilancio, tensioni tra Draghi e sindacati sulle pensioni. Landini: “Valutiamo mobilitazioni”
Si concluso in tarda serata l’incontro sulla legge di Bilancio tra governo e sindacati a Palazzo Chigi. Circa due ore e mezza di confronto in quello che viene definito “un braccio di ferro” da fonti sindacali. Le posizioni restano distanti e al momento non si profila una intesa. Il clima è teso in particolare sul nodo pensioni.
“L’incontro non è andato bene” dice il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri. “Sulle pensioni non c’è neanche una scelta: né 102 né 104 c’è solo la scelta di stanziare 600 milioni per la proroga di Opzione Donna e l’Ape sociale. Né ci sono risposte a chi ha versato per 41 anni i contributi a prescindere dall’età anagrafica non ci sono risposte sulla necessaria riforma complessiva” ha così aggiunto Bombardieri.
Gli fa eco Luigi Sbarra, segretario della Cisl: “Questa legge di Stabilità rischia di andare avanti con grandi insufficienze e squilibri, per effetto del mancato dialogo e confronto con le parti sociali. Per questo nelle prossime ore alla luce del testo di legge di bilancio che andrà in Cdm i sindacati daranno luogo a una fase di mobilitazione con manifestazioni”. Per Sbarra va bene l’intervento di proroga dell’Ape sociale con l’ulteriore allargamento della platea e la proroga di Opzione donna ma manca appunto l’impianto sulla riforma delle pensioni chiesto dai sindacati.
Il leader della Cgil, Maurizio Landini, sottolinea: “Pretendiamo che gli investimenti necessari alla crescita non debbano produrre un lavoro precario. Con 600 milioni non fai una riforma degna di questo nome. Se giovedì al Cdm sulla manovra il governo confermerà questa impostazione nei prossimi giorni valuteremo iniziative unitarie di mobilitazione. È chiaro quello che ci siamo detti stasera, nessuno può dire che non ha capito. Se poi vorranno confrontarsi con noi siamo pronti a farlo giorno e notte, ma se non dovesse avvenire valuteremo quello che il governo fa e decideremo le iniziative di mobilitazione più adatte. Il Governo pensa a una crescita che farà tornare il Pil ai livelli pre pandemia dalla fine del primo semestre 2022. Questa crescita non può creare lavoro precario. Il sistema contributivo per le pensioni si regge solo se si pone fine alla precarietà del lavoro”.
Il premier Draghi è stato molto chiaro che sulle pensioni dal contributivo non si torna indietro e questo i sindacati lo sanno bene. Il tavolo riprenderà oggi con i ministri Renato Brunetta, Daniele Franco e Andrea Orlando.