Ddl Codice rosso: bocciato il revenge porn. Slitta l’ok della Camera
Slitta a martedì 2 aprile l’esame della Camera del disegno di legge “Codice Rosso”, che stringe le maglie del codice penale sulla violenza contro le donne. Decisione presa in seguito alle proteste delle deputate dell’opposizione che hanno occupato l’Aula scagliandosi contro la bocciatura di un emendamento sul “revenge porn”, la pratica di diffondere immagini private in rete per vendetta. Altro nodo che ha rallentato molto i lavori dell’Aula è quello della castrazione chimica, sulla quale si è prodotta in queste ore nuova tensione tra M5S e Lega.
L’esame del testo ripartirà dunque martedì dall’emendamento di Forza Italia volto a punire proprio il revenge porn. Luigi Di Maio è intervenuto da Washington confessando la linea seguita per tutta la giornata dalla maggioranza: “L’emendamento al revenge porn si può votare. Noi lo votiamo, la Lega non so” ha commentato il vicepremier del M5S.
L’emendamento sul revenge porn a essere bocciato è quello presentato da Laura Boldrini (Leu) che puntava a introdurre una nuova tipologia di reato legata a questa pratica online. Ma 232 deputati hanno votato no (218 i sì), nonostante l’invito di tutta l’opposizione ad approvarlo. Quindi, per protesta, le deputate dell’opposizione hanno urlato “Onestà, onestà” e quelle di Forza Italia hanno occupato i banchi del governo, facendo sospendere la seduta. A capeggiarle, Stefania Prestigiacomo, di Fi, che in un intervento ha detto: “Oggi stiamo scrivendo una bruttissima pagina di storia parlamentare. In nome dell’egoismo e in nome di una ostinazione incomprensibile (…) stiamo disattendendo ad un impegno assunto da quest’aula all’unanimità”.
“Se fosse per noi stasera l’Italia avrebbe una legge sul Revenge Porn. La maggioranza invece vuole aspettare mesi, mentre donne e ragazze vittime di ritorsioni e ricatti sul web saranno prive di tutela per il cinico opportunismo di M5S e Lega. Vergognatevi. Tacete”, ha poi commentato Mara Carfagna, vicepresidente della Camera e deputata di Forza Italia, su Twitter.
La ministra della Salute Giulia Grillo ha però assicurato che “sul reato di revenge porn è solo una questione di tempi”, perché si tratta di “una battaglia condivisa”.