Decreto dignità. Provvedimenti alle aziende che delocalizzano entro 5 anni
Questa sera arriverà il decreto dignità al tavolo del consiglio dei ministri. Ad annunciarlo il vicepremier Luigi Di Maio mentre oggi pomeriggio ci sarà il preconsiglio dei ministri. In conferenza stampa il vicepremier Di Maio ha anticipato i temi del decreto legge, come gli “interventi sul contratto a tempo determinato e a tutele crescenti“. Sarà “un primo passo in avanti“, ha detto Di Maio in merito al dl, “però io so benissimo che il nostro intervento non potrà prescindere dall’abbassamento del costo del lavoro” e “questo nella legge di bilancio ci sarà”.
Secondo l’Ansa sarà un pacchetto fisco ‘light’ con ritocchi al redditometro, slittamento della scadenza dello spesometro al 28 febbraio (dal 30 settembre) e stop allo split payment solo per i professionisti. Lo prevede una delle ultime bozze del decreto dignità, ora al vaglio dei tecnici al preconsiglio dei ministri prima di arrivare sul tavolo del governo. All’interno del provvedimento anche la stretta sulla pubblicità di giochi e scommesse esclusi i contratti in essere e le lotterie a estrazione in differita, come la Lotteria Italia. Multe, e restituzione delle risorse, per chi delocalizza entro 5 anni dai benefici economici verso un paese extracomunitario.
Tutte confermate, tranne la cancellazione dello staff leasing, le misure per contrastare il precariato in arrivo con il decreto dignità. Nell’ultima bozza infatti salta la misura che impediva contratti di somministrazione a tempo indeterminato. Si prevede comunque che nel caso di somministrazione a tempo determinato valgano le stesse regole degli altri contratti con scadenza. Quindi, per tutti i tempi determinati non si potranno avere più di 4 proroghe, con un limite di durata massima comunque non superiore a 36 mesi. Le nuove norme valgono anche nei casi di rinnovo dei contratti attualmente in corso. In caso di rinnovo, e per i contratti oltre 12 mesi, tornano le causali: temporanee e oggettive o per esigenze sostitutive; connesse a incrementi temporanei, significativi e non programmabili dell’attività ordinaria; per picchi e attività stagionali. A ogni rinnovo i contratti avranno un costo contributivo dello 0,5% in più rispetto all’1,4% che già è a carico del datore di lavoro e che finanzia la Naspi.