Diffamazione, Berrino (FdI) ritira gli emendamenti che reintroducevano il carcere per i giornalisti
Marcia indietro al Senato sulla diffamazione. Il senatore di Fratelli d’Italia Gianni Berrino ha ritirato in blocco i suoi 16 emendamenti che giovedì scorso avevano fatto fibrillare tutta la stampa italiana. “Volevo tutelare le persone offese da meccanismi di macchina del fango” dice oggi Berrino annunciando il dietrofront sui testi in cui sollecitava l’incremento delle multe e la reintroduzione del carcere per i giornalisti “sgraditi”. “La necessità di procedere con celerità all’approvazione del ddl sulla diffamazione – spiega – mi ha convinto a ritirare gli emendamenti che in ogni caso, alleggerivano sensibilmente le pene attualmente previste”. “Ora – conclude il senatore – procediamo spediti per superare le pene detentive per il reato di diffamazione, immaginando altre tutele per l’eventuale vittima innocente. Coniugare libertà di stampa con tutela della persona offesa nella sua onorabilità sociale rimane la stella polare di FdI”.
La proposta di Berrino, oltra a dividere la maggioranza, aveva fatto saltare sugli scudi anche il sindacato dei giornalisti Fnsi che ora, tramite la segretaria Alessandra Costante, commenta: “Erano emendamenti ingiusti e incivili che avrebbero portato l’Italia ai confini dell’Ungheria. Di questo, fortunatamente, si è accorto un pezzo della maggioranza, alla quale ora ci rivolgiamo nella speranza che, assieme alle altre forze politiche democratiche, si metta al lavoro per rendere più europeo il disegno di legge sulla diffamazione, che per l’informazione ha comunque molte criticità”.
Immediate le reazioni dei partiti di opposizione. “Resta un provvedimento orrendo, una vendetta che penalizza e punisce il lavoro dell’informazione e sul quale dobbiamo fare una opposizione durissima, senza sconti. Tolta la foglia di fico resta la vergogna” commenta il senatore del Pd, Filippo Sensi. “E’ la vittoria del buon senso. Noi per primi ci eravamo espressi nettamente contro la previsione del carcere fino a 4 anni ai giornalisti per il reato di diffamazione” dichiarano il presidente di Noi moderati, Maurizio Lupi e di Ilaria Cavo, deputata di Noi moderati e giornalista professionista. “Fratelli d’Italia ci ha provato, ma il tentativo di prevedere il carcere per i giornalisti è fortunatamente fallito” dicono i 5stelle.