Draghi e Cartabia in visita a Santa Maria Capua Vetere: il sistema carcerario “va riformato”
Il presidente del Consiglio Draghi, insieme alla Guardasigilli Cartabia hanno visitato i reparti del carcere di Santa Maria Capua Vetere (Caserta), dove il 6 aprile 2020, sono avvenute le violenze sui detenuti, che sono ora al centro dell’inchiesta della Procura. Inchiesta culminata nell’esecuzione di 52 misure cautelari nei confronti di altrettanti appartenenti al corpo di polizia penitenziaria. In totale sono 117 gli indagati. Al termine della loro visita, Draghi e Cartabia hanno tenuto una conferenza stampa alla presenza di un numero limitato di giornalisti all’interno del penitenziario. “Venire in questo luogo – ha detto Draghi – significa guardare da vicino per iniziare a capire.
Draghi: “immagini shock”. “Quello che abbiamo visto negli scorsi giorni -ha sottolineato il premier – ha scosso nel profondo le coscienze degli italiani. Le indagini in corso stabiliranno le responsabilità individuali, ma la responsabilità collettiva è di un sistema che va riformato”.
Sovraffollamento delle carceri. “L’Italia è stata condannata due volte dalla Corte europea dei diritti dell’uomo per il sovraffollamento carcerario. Ci sono quasi tremila detenuti in più rispetto ai posti letto disponibili. Sono numeri in miglioramento, ma comunque inaccettabili. Ostacolano il percorso verso il ravvedimento e il reinserimento nella vita sociale, obiettivi più volte indicati dalla Corte Costituzionale”. “In un contesto così difficile, – continua Draghi- lavorano ogni giorno, con spirito di sacrificio e dedizione assoluta, tanti servitori dello Stato. La polizia penitenziaria, in grande maggioranza, rispetta i detenuti, la propria divisa, le istituzioni. Gli educatori assicurano le finalità riabilitative della pena. I mediatori culturali assistono i carcerati di origine straniera. I volontari permettono molte delle attività di reinserimento. A voi, e ai vostri colleghi in tutta Italia, va il più sentito ringraziamento del Governo e il mio personale”, ha aggiunto il premier, che però ha ammonito: “Non può esserci giustizia dove c’è abuso. E non può esserci rieducazione dove c’è sopruso. La Costituzione Italiana sancisce all’Articolo 27 i principi che devono guidare lo strumento della detenzione: Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”.
Cartabia: “Mai più violenze nelle carceri”. La Guardasigilli ha rivolto un saluto particolare ai detenuti vittime delle violenze avvenute il 6 aprile 2020. “Quegli atti sfregiano la dignità della persona umana che la costituzione pone come vera pietra angolare. Il carcere è un luogo di dolore, di sofferenza, luogo di pena, ma non sia mai un luogo di violenze e umiliazioni”, ha aggiunto Cartabia secondo cui la pandemia “ha fatto da detonatore a questioni antiche” che affliggono le carceri. Per la titolare della Giustizia, occorre intervenire su “più livelli” tra cui le strutture materiali e la formazione, ma anche sul piano normativo e il pacchetto di riforme che corregge “la misura penale incentrata solo sul carcere”. Rivolgendosi a Draghi la Guardasigilli ha detto che questa deve essere l’occasione “per far voltar pagina al mondo del carcere”.
Sul posto, sono giunti anche i lavoratori dello stabilimento Whirlpool di Napoli che, hanno chiesto ed ottenuto un incontro col premier Draghi. L’azienda ha infatti deciso di dare il via al licenziamento collettivo.