Election day: a Milano mancano 100 presidenti di seggio. Sileri rassicura: “Si vota in sicurezza”
Ci siamo. Domani e dopodomani urne aperte per il Referendum sul taglio dei parlamentari e per le elezioni Regionali in Liguria, Marche, Puglia, Toscana, Valle D’Aosta, Campania e Veneto. A incombere sul voto è l’incognita seggi, che si insediano oggi: la paura del contagio da Covid-19 pare scoraggiare gli scrutatori. Le rinunce sono state generalizzate e si sono verificate lungo tutta la Penisola: dalla Toscana alla Puglia, molti presidenti e scrutatori hanno dato forfait.
A Milano, in vista del Referendum sul taglio dei parlamentari, si sono registrate rinunce last minute di un centinaio di presidenti di seggio, così il comune ha deciso di lanciare un appello ai cittadini attraverso i social network per chi voglia mettersi a disposizione. “Informiamo i cittadini del Comune di Milano che stiamo cercando presidenti di seggio per il referendum costituzionale – si legge nel messaggio -. È possibile candidarsi direttamente all’Ufficio elettorale di via Messina 52 fino alle 16 di oggi, basta portare con sé un documento d’identità”. Non è richiesta la residenza a Milano, bisogna solo essere diplomati ad una scuola secondaria di secondo grado (cioè la scuola superiore). Il compenso totale ammonta a 130 euro netti. I seggi in totale sono 1.248.
Ma il problema non sono soltanto i seggi Covid, cioè quelli attrezzati per far votare a domicilio i positivi in isolamento domiciliare o ricoverati. Molti presidenti hanno rinunciato anche nei seggi “normali”.
Intanto il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri interviene a rassicurare quanti, specialmente gli anziani, hanno paura di andare a votare. “È un ritorno alla normalità andare a votare, domani e dopodomani si vota e si vota in sicurezza. I protocolli eviteranno gli assembramenti, ci sono percorsi di entrata e uscita, gel disinfettante all’esterno e all’interno, la matita verrà disinfettata” dice Sileri rispondendo ad una domanda dei cronisti a margine di un evento a Bologna. E aggiunge: “Questa è la nostra normalità: finché il virus non deciderà, per conto suo, di modificarsi in una forma favorevole per il genere umano o finché non avremo il vaccino dovremo fare i conti con questa nuova normalità”.