Elezioni, Conte: “Chi va via dal M5s non rompa le scatole”. Calenda: “No a 5s e Di Maio”. Letta rilancia la dote ai 18enni: è polemica
Partiti alla prova delle alleanze e delle strategie in vista delle elezioni politiche del 25 settembre. Nel M5S la tensione è ancora altissima all’indomani dell’addio di Federico D’Incà e Davide Crippa. “Che vadano liberi, in pace, a cercarsi una nuova collocazione. Ma non ci rompano le scatole” dice oggi Giuseppe Conte senza fare nomi, anche se il messaggio è chiaramente indirizzato a chi ha già lasciato il movimento o si appresta a farlo. Chiede loro di agire con “discrezione”, qualora decidessero ora di “rinnegare i principi e le regole del Movimento” e di risparmiare “i tentativi di nobilitare questi loro mutamenti di rotta”. “Ci risparmino le lacrime di coccodrillo, le giustificazioni ipocrite, le prediche farisaiche” tuona il leader pentastellato che approfitta del post su Fb per ricordare che la regola dei due mandati, “è un monito e un impegno”. Intanto Alfonso Bonafede, che proprio per la regola dei due mandati, non sarà ricandidabile, conferma di restare nel M5s. Lo spiega anche lui in un lungo post su Facebook in cui precisa di non avere “mai chiesto a Beppe o Giuseppe alcuna deroga”.
Intanto si stringe sulle alleanze. Indiscrezioni di stampa danno Roberto Fico oggetto di corteggiamento del Pd. Ma dal Nazareno smentiscono contatti con il presidente della Camera. Carlo Calenda fissa i paletti: no a 5s e Sinistra italiana. E su Twitter scrive: “Non possono chiederci di votare Di Maio”. Il leader di Azione ha annunciato che entro domani deciderà se andare col Pd o da soli per costruire un’area di centro e Matteo Renzi lancia l’hashtag #terzopolo, aggiungendo: “Noi ci siamo”.
Nella campagna elettorale si inizia anche a parlare di programmi con il segretario Pd Enrico Letta che ha rilanciato la dote ai 18enni, attraverso la tassazione di successioni e patrimoni plurimilionari. Mossa che ha subito scatenato la reazione di Lega e Forza Italia. “Letta svela la maschera, – tuona il forzista Giorgio Mulè – vuole tassare gli italiani anche dopo la morte”. Mentre Antonio Tajani dice: “Ci batteremo nella maniera più forte e coerente per evitare tasse su patrimoni e successioni”. Poi apre alla possibilità di far votare anche di lunedì: “sarebbe una scelta di buon senso” aggiunge il coordinatore nazionale di Forza Italia.
Sulla polemica interviene anche il leader della Lega Matteo Salvini: “Chi sceglie il Pd sceglie più tasse, chi sceglie la Lega sceglie la flat tax al 15% e la pace fiscale. Chi non sceglie, poi non si lamenti. Buona domenica amici!”, scrive su Twitter.