Emendamento Lega per sindaci e terzo mandato, arriva lo stop in Senato
Terzo mandato per governatori e sindaci, arriva lo stop al Senato. L’emendamento era stato proposto dalla Lega, che inoltre, accogliendo l’invito del relatore Alberto Balboni di Fratelli d’Italia, ha ritirato l’emendamento al Decreto elezioni che prevede lo stop al ballottaggio per i sindaci. L’emendamento della Lega prevedeva che il ballottaggio nei Comuni sopra i 15mila abitanti scatti solo se una coalizione non raggiunge al primo turno almeno il 40% dei voti.
Il capogruppo leghista al Senato Massimiliano Romeo ha dichiarato: “Questa volta il governo ha invitato al ritiro della proposta e la Lega ha accettato di trasformarlo in ordine del giorno. Su questo tema possiamo comprendere che a due mesi dal voto sarebbe non corretto, quindi ci può stare. Per noi era importante porre la questione”, mentre il sindaco di Bari Antonio Decaro, in rappresentanza dell’Anci, afferma: “Non crediamo che uno stravolgimento della legge sull’elezione diretta dei sindaci possa essere ipotizzato senza interpellare i comuni”, ha osservato il presidente Antonio Decaro, sindaco di Bari, in nome della “leale collaborazione tra istituzioni”.
Tra le opposizioni Elly Schlein, leader Dem, si è scagliata contro il Carroccio. La segretaria del Pd ha affermato: “La Lega si fermi, il blitz sulla cancellazione dei ballottaggi a tre mesi dal voto è uno sfregio alle più basilari regole democratiche”.
Da parte sua il relatore del testo Alberto Balboni (FdI), presidente della Commissione Affari costituzionali, intervenendo in Aula al Senato, ha dichiarato: “Sul tema del ballottaggio nel merito sono d’accordo, non credo sia un attentato alla Costituzione, e spiace che alcuni colleghi abbiano definito vergognoso l’esercizio di legittima facoltà da parte di un gruppo. Discorso diverso è quello sull’opportunità di inserirlo in questa sede perché un intervento così rilevante avrebbe avuto bisogno di maggior approfondimento e confronto. Per cui anticipo che la mia richiesta sarà di un ritiro e di, eventualmente, trasformarlo in ordine del giorno”.