Firma day: Pd, M5S e Avs uniti per il salario minimo. Conte: “Sì al campo largo ma con progetto politico serio”
Pd, M5S, Avs uniti per il Firma day, l'iniziativa delle opposizioni per sostenere la battaglia sul salario minimo. Sono centinaia i banchetti nelle feste dell'Unità e in tutte le città italiane in una giornata che, stando alle parole del presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia, ci carica di un “senso politico molto profondo, al di là della raccolta delle firme”. “E' il segno di una mobilitazione continua del Pd per un Paese più giusto”, “un ponte verso la mobilitazione dem dell'11 novembre quando con il Pd scenderà in piazza l'Italia che vuole difendere i salari, la sanità pubblica, l'unità del Paese e preparare la costruzione dell'alternativa alla destra di Giorgia Meloni e Matteo Salvini”.
Da Napoli è Giuseppe Conte a difendere l'iniziativa. “La stragrande maggioranza dei cittadini vuole salario minimo legale, ha compreso che il governo e le forze di maggioranza stanno facendo una melina indegna, perché non ci sono plausibili ragioni per continuare a sfruttare i lavoratori e le lavoratrici” dichiara il leader del M5S che aggiunge: “Abbiamo 3,6 milioni di lavoratori sottopagati: è contrario a tutta la normativa europea ma soprattutto al principio costituzionale, articolo 36, che prescrive il diritto a ottenere una giusta retribuzione. Con lo sfruttamento non c'è né libertà né dignità”. E sulla battaglia portata avanti con Pd e Avs aggiunge: “Quando c'è la possibilità di costruire un progetto serio noi siamo i primi, siamo fautori”. L'ex premier dice “sì al campo largo ma – avverte – a patto che nasca da un progetto politico concreto non da un cartello elettorale”.
Anche Alleanza Verdi e Sinistra è presente in tutta Italia per il ‘Firma Day’. “Un'iniziativa – sottolinea Angelo Bonelli – volta a rilanciare la petizione delle opposizioni, che ha già raccolto oltre 600mila firme, sia online che cartacee”.